E' partito l'attacco finale a Michele Santoro, che giovedì sera ha presentato Silvio Berlusconi come una sorta di Benito Mussolini, noncurante della crisi italiana rappresentata in TV dai lavoratori precari ed a rischio licenziamento come Delta, Tim ed Omsa. Il regista Mario Monicelli, nella serata "del riscatto morale" offerta da Santoro, ha dichiarato che sarebbe necessaria una rivoluzione. Gran finale con il giuramento di Santoro, Vauro, Travaglio, Ruotolo e tutta la troupe del programma.
L'enorme successo mediatico ha ridimensionato tutte le prime serate generaliste, mostrando vincente l'unione di media piccoli e medi come internet. La censura battuta dallo show di Bologna. Il presidente del Consiglio dei Ministri è ossessionato da alcuni fantasmi e pur essendo un grande esperto di comunicazione e da tempo ne chiede il licenziamento. E parla di Santoro anche nelle telefonate intercettate dai magistrati di Trani. Obiettivo: la risoluzione del contratto e la sua cacciata dalla Rai.
Già anni fa in seguito a simili vicende, e al conseguente allontanamento dall'azienda, Michele Santoro ha fatto causa alla RAI per licenziamento senza giusta causa. Ci si aspettava la quiete dopo la tempesta, ma non è propriamente così. Il Direttore Generale della Rai non ha affatto gradito la trasmissione di giovedì. Mauro Masi chiede il licenziamento di Michele Santoro. Questo il senso di una lettera ufficiale del dirigente. La resa dei conti è vicina e ha anche una data precisa: il 31 marzo, esattamente dopo le elezioni. Il Popolo Viola di Firenze immediatamente invita caldamente tutte le associazioni fiorentine e tutti i cittadini vicini a questo tema a partecipare all'incontro di domani, domenica 28 marzo presso il circolo arci "Porte nuove" alle ore 10.15 per mettere a punto un'azione coordinata sull'iniziativa lanciata da Mobilitarsi e informarsi: "è partito l'attacco finale degli sgherri berlusconiani presenti in Rai.
Quì non si tratta di difendere un giornalista a tanti inviso. Quì si tratta di schierarsi dalla parte di un operatore dell'informazione che esercita il diritto di potersi esprimere come meglio crede".