Il ponte di pietra: un viaggio magico per arrivare al “paese senza guerra”

Prima nazionale della Compagnia Krypton a Scandicci sino al 13 maggio per la rassegna Fabbrica Europa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 maggio 2010 14:39
Il ponte di pietra: un viaggio magico per arrivare al “paese senza guerra”

Ieri sera al Teatro Studio di Scandicci, per Fabbrica Europa, in prima nazionale, la terza ed ultima tappa di un progetto con tutte le carte in regola: “Il ponte di pietra” regia Giancarlo Cauteruccio. Inserito nella cornice di Face à Face-parole di Francia per scene d’Italia, un’iniziativa promossa dall'Ambasciata di Francia e dalla Fondazione Nuovi Mecenati. Il testo “Il ponte di pietre e la pelle di immagini” di Daniel Danis drammaturgo québécois, tradotto da Gioia Costa, racconta del mondo immaginifico dell’infanzia.

La storia di Momo e Mung inizia con la guerra e con le rispettive famiglie che vendono le creature ad uno straniero, le quali finiranno in una fabbrica di tappeti. Un incendio e riescono a fuggire. Le mani dei bambini giocano a raccontare le storie delle loro famiglie, poi le raccontano con i piedi e il corpo. Le immagini e i corpi si fondono e i bambini diventano icone, bassorilievi ellenici che si staccano dal fondo. L’alchimia dell’incontro tra bambini, dell’infanzia, crea immagini, oggetti e storie. Gli oggetti, come le storie che raccontano non esistono, chi guarda immagina esattamente cosa sta succedendo, come i bambini che sono di fronte.

Fino a far sembrare tutto possibile, anche quella vocina di angelo che, in francese, chiede con insistenza: e ora? e ora che succede? Nello spettacolo, con dolcezza, i due bambini inventano e creano la loro storia parallela. Gli adulti prendono e si ossigenano di fronte a questo regalo. Il mondo degli adulti a volte odia questo mondo. Le crudeltà infierite alla purezza, gli abusi causati allo scopo di distruggere l’incontaminato è ciò che parte del mondo adulto vuole. Momo vuole morire con la sua famiglia in guerra perchè ama la sua famiglia e questo è tutto. Momo e Mung, interpretati da due bravissimi e giovanissimi attori, inventano con candore e allegria la loro fuga dalla guerra e dalla schiavitù alla ricerca di un paese senza guerra.

Poiché non sanno di cosa stanno parlando, perchè hanno conosciuto solo guerra e sofferenza, il loro viaggio continua ad essere un percorso accidentato e pericoloso. Ma c’è il gioco che viene in soccorso. Momo deve costruire il suo ponte di pietra e Mung lo segue, sulla loro strada per arrivare alla “terra senza guerra” Mung magicamente risolve le situazioni più improbabili. Tutto in accordo visionario e potente, le immagini, le luci, i corpi dei bambini e le parole, bellissima la scena del terremoto. Cristina Conticelli

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