di Nicola Novelli Non litigate come Gianfranco e Silvio. Fate la pace come Ghigo e Piero: la gente vi adorerà. Ieri sera infatti i Litfiba, Renzulli e Pelù, sono tornati, insieme, a Firenze davanti al pubblico entusiasta del Nelson Mandela Forum, con l'attesissimo concerto che ne sancisce ufficialmente la reunion. Il tour è partito il 13 aprile da Milano e proseguirà il 19 aprile Roma e il 21 ad Acireale. Platea della grandi occasioni che si intuisce dall'emozione che si respira già all'esterno dal palasport, dove non si trova un buco per parcheggiare l'auto.
E dentro è subito bolgia, con il pubblico che intona insieme a Pelù dalla prima all'ultima canzone. Il fenomeno sorride, lancia occhiate ammiccanti al suo amico Ghigo, parla con il pubblico e salta da un angolo all'altro del palco come se fosse ancora alla Rockoteca Brighton. I Litfiba fanno rock, spettacolo, politica, cultura con riferimenti globali e autobiografici che solo i più appassionati fan riescono a cogliere integralmente. I Litfiba sono un grande prodotto fiorentino, che sfida il tempo e la crisi sociale del paese, che intona la liturgia del rock con scansonata e consapevole ingenuità. Il Nelson Mandela diventa un tempio e al rito di massa partecipano anche tanti invitati.
Nel parterre si riconoscono alcuni giocatori della Fiorentina, Sergio Bini, in arte Bustric, che ha diretto lo scorso anno Pelù sul palcoscenico teatrale, l'amica cantante Ginevra Di Marco. Ci sono Gianfranco Monti e Antonella Bundu, che insieme hanno animato la settimana scorsa una serata benefica al Tenax, a cui Pelù a contribuito con una propria lirica dedicata ai volontari dell'ospedale di Wamba in Africa. Ci sono anche gli stessi medici, in procinto di partire per il Kenia, guidati da Aimo Fritteli, che racconta: "Anche grazie a Piero abbiamo raccolto 28 mila euro di donazioni, con i quali finanzieremo una sorta di mutua sanitaria per l'intera popolazione della provincia africana". Nella città in declino, il clamore del successo musicale dei Litfiba rincuora.
C'è ancora un classico fiorentino che attrae e vende: il buon vecchio rock di Ghigo e Piero e il loro spettacolo sincero e pure professionale, che satura lo spettro armonico e le emozioni del pubblico. Colpisce l'entusiasmo commosso di chi li segue dai prima anni ottanta, ma stupisce pure che i ragazzini di vent'anni conoscano a memoria tutti i testi delle loro canzoni, anche quelle più antiche e magari introvabili. Vi sembra che esageriamo? Provare per credere: stasera c'è la replica straordinaria...
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