E’ raro trovare un artista impegnato come Carlo Bastiani in un momento che sembra rifiutare ogni ideologia. L´opera e la biografia di questo artista, che espone alla Limonaia di Palazzo Medici Riccardi sino al primo maggio, si muovono sincronicamente. Ogni sua tela, ogni suo impulso artistico prende vita a partire da un dialogo con la realtà storico-politica in cui vive. Fin da giovanissimo attivo in campo artistico frequenta nel 1968 l´Accademia di Belle Arti di Firenze.
Questo momento storico è molto importante nella sua formazione che rimarrà `fedele alla linea´, condividendo sempre l´esigenza sartriana sessantottina dell’"immaginazione al potere", schierandosi contro le riletture dei detrattori del movimento. Dopo una fase di ricerca d’avanguardia negli anni Settanta e dopo la partecipazione al Collettivo Situazionista Fiorentino, Bastiani è ritornato alla figurazione. In lui come è ben evidenziato dalle opere in mostra si rileva una facoltà di penetrare e di carpire il reale che, nell'opera dipinta, si coniuga con un messaggio, drammatico e umano.
La sua scelta del “realismo” con un’espressione pittorica che si richiama a una tradizione importante e che arriva forse vicino a certi esiti del miglior Guttuso, è la voglia di un impegno etico- politico che è il contrario di quell’ambiguità che caratterizza il nostro tempo. Nelle opere esposte Bastiani sembra narrare per immagini una sorta di storia d’Italia, colta in alcuni momenti che l’artista ha sentito significative. Da “1968 prima e dopo” a “Lettera a Don Milani” per giungere alla “Carretta di mare” e a “Rifiuti-Discarica” dove si evince tutta la sua attenzione ai problemi del nostro quotidiano, e ai ritratti di umanità perduta e dolente come “Ritratto di Albanese” e “Ritratto di ragazza”l’artista si rivela artista impegnato, solo apparentemente inattuale, nel suo essere contro questi nostri tempi dominati da una videocrazia insulsa e opprimente.
La mostra è corredata da un bel catalogo curato dal critico Marco Fagioli. Alessandro Lazzeri