di Ornella De Zordo Su indicazione degli abitanti della zona, anche prima della frana dello scorso novembre avevamo segnalato alla commissione apposita il caso di via Castelli come uno dei tanti casi di “mala-urbanistica” così diffusi, purtroppo, nella gestione Domenici-Biagi. Disgraziatamente, poi, alle critiche sulla opportunità di un'operazione speculativa in quell’ambito si è sovrapposto l’evento franoso che ha anche messo in pericolo l’intera zona e procurato notevoli danni. Ora veniamo a conoscenza che impresa e progettisti sono indagati per avere ignorato le indicazioni del geologo sulla fragilità del terreno: sarà la Magistratura ad accertare le loro responsabilità e l'eventuale dolo.
Ma gli sviluppi giudiziari della vicenda non devono distogliere l'attenzione dalle responsabilità politiche: una zona di grande pregio paesistico e di grande delicatezza geologica non è stata sufficientemente tutelata dallo strumento urbanistico, che anzi è stato a suo tempo variato proprio per allargare le possibilità di intervento, aumentando anche il numero di appartamenti. Si è così lasciato campo libero ad un'operazione chiaramente speculativa, la demolizione di un manufatto isolato per trasformarlo in un insensato, ma redditizio agglomerato di miniappartamenti, senza alcuna considerazione sulle regole insediative del contesto o sull’aumento del carico urbanistico. Alla luce delle irregolarità che stanno emergendo, dovrebbe essere rivisto il permesso a costruire rilasciato a suo tempo, ma soprattutto chiediamo che non si ripetano certi errori di valutazione, che provocano danni irreparabili, e che si proceda poi con il nuovo strumento urbanistico per porre in essere quelle cautele e quella protezione che la città di Firenze merita.