"Sono trenta gli assegnatari (forse considerati dei “bischeri” da tanti evasori fiscali), che dichiarando tutto pagano un canone proporzionale al loro reddito “netto”: e che in questo modo coprono circa 300 altri assegnatari che pagano il minimo legale. I loro sono degli affitti solidali. A che cosa corrispondono questi che “ladroni” non sono? E’ lo 0,41% degli 8000 assegnatari che abitano nelle case popolari di Firenze. Resta lo spot". Così, ina una nota stampa l'Unione Inquilini. "Ma, visto che la stampa si interessa delle case popolari, ecco altri dati: negli stabili gli assegnatari si organizzano in oltre 200 comitati di autogestione, che, con enorme dedizione e senza alcun compenso, difendono una decente coesione sociale in condizioni ambientali che si stanno degradando.
La morosità? E’ la minima a livello nazionale, pari al 4,5% del totale e quasi sempre recuperata. Che si vuole di più? Perché accanirsi su una esigua onesta minoranza che senza traumi potrebbe essere indirizzata a quel social housing a canone concordato che per i redditi modesti è inutilizzabile? Il tutto senza le trombe del giudizio" prosegue la nota. "Infine qualcosa che abbiamo recuperato dalla nostra memoria storica. Diversi assessori, dal Pallanti al Coggiola fino all’assessore regionale Baronti (quello dei “paperoni nelle case popolari”) ad un certo punto non resistono ad assumere la figura del giustiziere populista.
Sul resto è silenzio! Per arrivare a questa giunta da alcuni mesi è a disposizione dell’assessore Fantoni un dossier/UI sul saccheggio urbanistico, sulle operazioni speculative in atto, sul demanio pubblico, militare in testa. Sarebbe veramente innovatore un suo impegno per il recupero prioritario di questi spazi, non vendendo il proprio patrimonio, e moltiplicando per 10 l’eccezionale intervento nelle ex Murate che rischia altrimenti di ridursi ad un sperimentazione da riversare sterilizzata in patinate riviste" termina l'Unione Inquilini di Firenze.