“La Locandiera” di Carlo Goldoni, che sarà al Teatro Dante di Campi Bisenzio venerdi 12 e sabato 13 marzo alle ore 21, vedrà nelle vesti di Mirandolina, prototipo della nuova concezione, nel teatro, del personaggio femminile e cavallo di battaglia per attrici italiane e straniere, Elena Bucci, coautrice del progetto insieme a Marco Sgrosso. Con intelligenza, civetteria e determinazione, Mirandolina intesse una sottile trama di gesti che confortano grandi paure attraverso la soddisfazione di semplici bisogni quotidiani, nell’illusione di poter ricreare un ordine del mondo a partire dal luogo da lei animato e abitato.
Il suo servire ha la dignità e l’incedere di una regina senza titoli, tranne quello che le deriva dalla coscienza della sua capacità imprenditoriale e dallo sguardo attento e libero su quanto la circonda. E l’ostinata, lucidissima, quasi tenera misoginia del Cavaliere è destinata a sgretolarsi per celebrare il trionfo di un’affascinante donna d’affari la cui grazia è freddo mestiere e che non riesce a salvare il suo sogno di libertà dalle necessità della reputazione e dell’interesse.
La compagnia Le Belle Bandiere si cimenta quindi in quella “che Goldoni stesso definisce 'la più morale, la più utile, la più istruttiva' tra le sue commedie, tutti i personaggi sembrano alla ricerca di un atto miracoloso che sia antidoto all’angoscia e che risolva pavidità e sogni infranti. Nella spettacolarità di un intreccio che contrappone una vivace guerra dei sessi, condita da una feroce ironia sui contrasti sociali e sul mutare di tempi, troviamo proprio la locandiera - scrivono Elena Bucci e Marco Sgrosso -.
Con intelligenza e civetteria, Mirandolina intesse una sottile trama di gesti che confortano grandi paure attraverso la soddisfazione di semplici bisogni quotidiani quasi fosse vestale di un tempio dedicato alla ricostruzione di personalità danneggiate, nell’illusione di poter ricreare un ordine del mondo a partire dal luogo da lei animato e abitato. In questa locanda i riti che si consumano servono a prepararsi al cambiamento, alla coscienza di sé. E l’apparente concretezza delle soluzioni nasconde una saggezza che dobbiamo imparare a praticare di nuovo, ritrovando nel benessere del 'qui ed ora' un medicamento dello spirito che ha troppo viaggiato”. Protagonisti dello spettacolo con Elena Bucci (Mirandolina), Marco Sgrosso (Il Cavaliere di Ripafratta) Daniela Alfonso (Dejanira), Maurizio Cardillo (Il Conte d'Albafiorita), Gaetano Colella (Il Marchese di Forlipopoli), Nicoletta Fabbri (Ortensia), Roberto Marinelli (Fabrizio).
La scenografia è in gran parte evocata dalle luci di Maurizio Viani, che trasformano un mutevole ma semplice tavolo in una locanda, in una stireria, in una sala d’attesa del crollo di un mondo e del suo modo di vivere, in un vento forte che distrugge e ridimensiona i sogni di libertà e felicità di tutti i personaggi. Nonostante la sua fama di ‘riformatore’ del teatro, nonostante i suoi inviti a guardarci dalle lusinghe d’amore, Carlo Goldoni, volente o nolente, ci consegna un’opera dalla quale traspaiono insieme tutte le umane complesse debolezze e la disperata e anarchica vitalità del mondo della commedia dell’arte, e lo sguardo dell’autore, che pare condannarle o giudicarle, invece le abbraccia quasi silenzioso.
Sabato 13 marzo alle 18, nel foyer del teatro, la compagnia per la rassegna “a tu per tu con gli artisti” incontrerà il pubblico con il giornalista Bruno santini che coordinerà l’appuntamento. Seguirà un aperitivo.