Ad aprire la discussione il saluto del vice presidente del Consiglio regionale Angelo Pollina: "Si tratta di una novità che cambierà le nostre abitudini e ritengo sia utile dibatterne, il compito di occuparsi della materia è stato affidato a Corecom (Comitato regionale per le comunicazioni) che già si è distinto in altri settori fondamentali. Al momento - e conclude - in Regione si è creata una situazione di stallo della procedura che permane datata al 2012, sarebbe il caso anche di anticipare i tempi poiché restiamo l'ultima realtà locale ad impiegare questa innovazione che comporta grandi prospettive" Marino Livolsi presidente di Corecom: "Fortunatamente o purtroppo i tempi sembrano ristretti, se questo sia un bene o un male emergerà proprio dal dibattito in corso.
Si tratta di un argomento che mette in campo opportunità per un verso - spiega - e necessità e problematiche se visto dalla parte delle emittenti locali e dei consumatori. Le opportunità sono dovute - continua - ad un sistema che diversifica l'offerta, evidenzia il pluralismo e comporta innovazione tecnologica, di contro, occorreranno investimenti economici di grandissima e media portata ed i consumatori finali non saranno da meno dovendosi adeguare al cambiamento in atto per continuare ad usufruire del servizio" Leonardo Tirabassi (vice presidente Corecom con delega al piano sul Digitale Terrestre): "La competenza su questa materia dobbiamo ricercarla nell'articolo quinto della Costituzione, la Regione Toscana ha il vantaggio di poter operare dopo aver visto già quanto è accaduto altrove e può confrontarsi con le problematiche venutesi a creare nel Lazio piuttosto che in Emilia.
Quel che abbiamo chiesto - ricorda - è la realizzazione di un tavolo tecnico cui partecipino tutti i soggetti interessati, così da muoverci per tempo ed arrivare al momento opportuno, anticipato o prestabilito, già con una serie di soluzioni praticabili. Si tratta di operare - spiega - sul diritto all'informazione ma anche sul diritto ad essere informati del cambiamento in atto, mi riferisco soprattutto alle cosiddette fasce più deboli, ed al tempo stesso la tutela delle emittenze locali, di un mercato che sì trova sviluppo, ma anche difficoltà notevoli dovute ai costi di attivazione e predisposizione del servizio.
Nelle lacune entrano gli sciacalli - e conclude - quindi per evitare costi altissimi di apparecchiature ed installazioni e per evitare scorrettezze nell'uso delle frequenze occorre approntare un regolamento che sia chiaro e condiviso" Intervengono Gina Nieri consigliere di amministrazione di Mediaset e Giorgio Van Straten consigliere di amministrazione Rai presentando con dati dell'ultimo periodo il grande avvento del digitale dal punto di vista demografico e morfologico.
"Nell'ultimo trimestre sono stati venduti - spiega Nieri - 130.000 Decoder o Tv integrate al giorno, se stabiliamo 100 il totale del consumo televisivo, il 33% è già del Digitale terrestre; basti pensare che Boing ed Iris sono nell'Auditel, appena dietro ai canali tradizionali". "Il passaggio non è stato facile neppure per noi - continua la consigliera di Mediaset - abbiamo investito un miliardo e mezzo per sistemare gli impianti, nel passaggio dalla tv a legna a quella elettricaper capirsi".
"Stiamo creando, ma non siamo noi a farlo - interviene Van Straten - una diversificazione dei prodotti, mentre Mediaset segue il target di mercato, noi lo facciamo solo per il 50% che occorre di pubblicità, il restante è coperto dal canone e ci permette di mantenere la funzione di servizio pubblico, ma alla fine il palinsesto se lo crea il telespettatore". "L'esperienza maturata a livello nazionale - spiega Nieri - mi permette di dire, da Lucchese, quindi toscana, di stare attenti agli specchietti che troveranno spazio nei nuovi tanti canali, di cui, dopo una scrematura solo alcuni saranno effittivi e qualitativi, il resto risultano meri monoscopi". "Il problema maggiore - prosegue l'intervento Van Straten - resta il non ricevere il segnale, poi il fatto che alcuni temi ora trattati sul canale generalista, tipo la tv dei ragazzi, possa sparire e ritrovarsi solo sul digitale è una conseguenza del panorama futuro di mercato ed anche una esigenza se vogliamo, certo se il segnale manca, è disturbato o altro, allora sì, potrebbe sparire del tutto". L'offerta Rai sarà di 12 canali, un record europeo del settore. Filippo Rebecchini presidente della Federazione Radio e Tv: "I problemi per le emittenti locali sono enormi, i costi insostenibili, per una innovazione sì utile, ma che non comporta un adeguato rientro economico pubblicitario, con una concorrenza spietata tra Tv, Satellite, Internet e banda larga.
Le antenne dell'analogico - spiega - non reggono il digitale che deve essere perfetto, porto l'esempio della mia abitazione a Roma; su tre televisori vedo tre situazioni diverse, in una stanza prendo un canale, in una un altro e nella terza se prendo bene i primi non vedo più i vecchi canali. Il problema della numerazione dei canali è gravissimo e sintomatico - evidenzia - fortunatamente è in via di approvazione il Decreto che recepisce la normativa comunitaria e che consentirà all'Authority di stabilire l'ordine dei programmi altrimenti proseguirà quanto già accaduto ovvero la corsa alle numerazioni basse". Lasciando libere le frequenze infatti, l'emittente predilige posizionarsi entro i primi 100 canali disponibili per poter essere facilmente rintracciata dall'utente, il sistema di decodificazione non prevedeva di dover decidere in tal senso ed è impreparato al conflitto di interesse tra programmi diversi che decidano di utilizzare la stessa frequenza di trasmissione, avviene così che la ricezione subisca il sovraccarico di dati informativi bloccando la proiezione del segnale visivo e/o sonoro. Luigi Bardelli (Comitato esecutivo Aeranti - Corallo) difende il patrimonio delle Tv locali e ripete più volte di non accelerare i tempi perché le piccole emittenti non sono ancora pronte e soprattutto delle 44 televisioni della Toscana occorrerà contarne almeno 5 per ciascuna in più, poiché l'offerta quintuplica e necessiterà organizzarle qualitativamente. Mauro Vergari Adiconsum: "Il povero consumatore subisce tutto questo - esordisce così - è la classica cosa all'italiana, si è partiti senza preparare nulla ed ora si trovano rimedi in corso d'opera.
Nel Lazio non è stato fatto nulla - commenta - è il caos, sparito l'analogico e qualcuno ha spento il televisore perché non vedeva più nulla. La Regione non ha agito per tempo - continua - io stesso ho svolto servizio di informazione agli utenti, raccogliendo testimonianze imbarazzanti relative ad installatori che si sono presi fino a 200 euro di intervento per poi tornare dopo il passaggio a digitale (switch off) e ripetere l'intervento". "In Trentino si sono mossi per tempo e bene - sottolinea con forza - attuando un piano preventivo, informando i cittadini ed addirittura svolgendo un servizio di manutenzione e di controllo impianti gratuito tanto che i tecnici sono stati chiamati Angeli del Decoder; il fatto non è solo cosa comprare, come e controllando quali dei tanti bollini esposti sui nuovi televisori, ma anche cosa fare fisicamente quando avviene il passaggio dello switch off dal giorno alla notte". "Il consiglio di Adiconsum alla Regione Toscana - e conclude - è quello di effettuare un censimento degli impianti per sapere già chi potrebbe avere problemi di ricezione, inoltre di interessare le strutture di volontariato sociale per informare quanto più possibile i cittadini, anche quelli nelle piccole frazioni, che rischiano di restare nella rete dei soggetti più forti costretti a cambiare l'antenna o il decoder o tutti e due senza magari sapere che lì prendono solo la banda stretta Vhf". Ma le problematiche non si fermano qui, intervengono in successione ingegneri impiantistici che reclamano una maggiore attenzione sui tempi in cui avvisare i tecnici dei cambiamenti di frquenza poiché operare sui ponti di trasmissione richiede tempo e modo, ricordando inoltre che sul segnale si andranno a perdere in media 3 Db ovvero chi già vedeva male vedrà peggio e quindi la ricerca del segnale ottimale sarà complessa. Non mancano le Associazioni a tutela dei minori che dopo aver ascoltato tutti gli interventi paventano come in una tale jungla possano presentarsi pericoli per i più piccoli. La delega sulla materia è stata affidata dalla Regione al Corecom, ma per arrivare al tavolo richiesto occorrerà anche l'intervento della massima Istituzione che dovrà adoperarsi nei tempi e nei modi che l'esperienza nazionale, cui poter attingere, richiede.
A tal proposito l'appunto conclusivo di Vincenzo Caciulli consigliere di Corecom non è di miglior auspicio: "Mi spiace non aver visto nessuno della Giunta regionale invitata a partecipare, forse colpa delle elezioni". di Antonio Lenoci