Le medie imprese italiane sono sempre più considerate un punto di forza della manifattura italiana, in un clima di fiducia misto ad incertezza sul futuro. Enormi infatti i costi della crisi economica che le imprese stanno pagando. Proprio le medie imprese, però, sono chiamate ad interpretare le crescenti attese sulla loro capacità di essere motore del rinnovamento dell’industria manifatturiera italiana, cambiamento che passi innanzitutto e soprattutto attraverso un mutamento di modelli di business. Cronache quotidiane e più attente analisi economiche sembrano far tramontare infatti la visione trainante attribuita tradizionalmente alle grandi imprese, mentre i distretti industriali di piccole dimensione – caratteristici del nostro Paese – non riescono da soli a determinare il successo di un modello economico.
Le medie imprese di nuova generazione appaiono animate da una forza imprenditoriale in grado di riorganizzare il Made in Italy e valorizzare le riconosciute doti manifatturiere del sistema industriale italiano attraverso investimenti in innovazione e marketing. I fattori di successo e di sostenibilità della media impresa italiana sono stati discussi oggi in un convegno, organizzato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa in collaborazione con Confindustria Toscana e Banca CR Firenze, che ha visto la presenza di numerosi manager di aziende toscane, umbre e marchigiane forti delle proprie esperienze di successo in vari settori produttivi distintivi della manifattura del centro Italia. Tra i temi evidenziati, la crescita del valore aggiunto nei settori più dinamici e legati all’export, la produttività delle medie imprese superiore a quella apparente grazie al valore della filiera produttiva, i fenomeni di outsourcing manifatturiero verso piccole imprese e artigiani per guadagnare margini di profitto ed efficienza.
Ma anche l’evidenza – attraverso la crisi - della particolare anomalia di cui soffrono le imprese italiane, la sottocapitalizzazione, oltre all’effetto di selezione in atto nel sistema con chiusure e ridimensionamenti delle imprese. In questo contesto le banche e il sistema finanziario svolgono il consueto ruolo di sostegno alle imprese, ma con una responsabilità ulteriore di analisi delle capacità di un’impresa nel medio-lungo periodo per un impegno, condiviso, di ripresa dell’economia nel segno della stabilità e della crescita. Al convegno, che si è svolto nell’auditorium della nuova sede di Banca CR Firenze, hanno preso parte, tra gli altri, il Presidente della Scuola Superiore Sant’Anna Riccardo Varaldo, il Presidente di Confindustria Toscana Antonella Mansi, il Presidente di Banca CR Firenze Aureliano Benedetti e il Direttore Generale e Responsabile Divisione Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo Gaetano Micciché.