Una vasta organizzazione dedita al traffico illecito di rifiuti pericolosi è stata sgominata dai carabinieri. Disposto anche il sequestro preventivo di locali adibiti a laboratorio di analisi e di alcuni automezzi utilizzati per il traffico illecito Si chiamava Martin Docu, era romeno, aveva 47 anni, tre figli e un lavoro sicuro all'Agrideco srl di Scarlino in provincia di Grosseto, azienda di smaltimento rifiuti. E' morto nell'incendio che ha avvolto il capannone dove lavorava.
Un suo compagno - Mario Cicchiello, 60 anni, livornese - è rimasto gravemente ustionato e ha rischiato la vita. Intossicati ma in maniera lieve altri due colleghi. Ci fu anche un allarme ambientale per il fumo che si era sprigionato dalla combustione di plastica, pneumatici, gomma e cartone, conservati sotto il capannone. Il sindaco di Scarlino mandò per le strade della città i vigili urbani per chiedere alla cittadinanza di restare in casa. Dopo i controlli emerse che la nube non era tossica e l'allarme cessò.
L'incendio venne innescato dallo scoppio di una bomboletta spray bucata dalle ganasce di una piccola gru che stava scaricando il carico da un tir. Le fiamme provocarono lo scoppio di altre bombolette che, a catena, hanno coinvolto l'intero carico destinato al trituratore e i materiali che erano conservati nel capannone. I carabinieri aprirono l'inchiesta che ha portato ai 15 arresti e alla individuazione dello smaltimento illegale, dicono gli inquirenti, di circa un milione di tonnellate di rifiuti speciali. “Le notizie che giungono e che si riferiscono ad una operazione in corso delle Forze dell'Ordine a riguardo all'arresto di 15 persone tra le 60 coinvolte ed accusate di traffico illecito di rifiuti -commenta il segretario della CGIL di Grosseto, Lorenzo Centenari- che potrebbe essere alla base dell'incidente mortale che costò la vita ad un operaio rumeno a Scarlino, da una parte suscitano apprezzamento nei confronti dell'azione delle forze dll'ordine.
dall'altra rabbia e sdegno. Rabbia perchè rispetto a quel pezzo di economia sommersa, al nero, illegale in cui si trova anche il traffico di rifiuti tossici e pericolosi, la Toscana risulta terreno di scorribande e di penetrazione delle eco-mafie e dietro vi si nascondono ingenti somme di denaro che accumulati illegalmente, magari prendono la via del'estero per rientrare ripuliti nel nostro Paese. Sdegno perchè quel traffico illecito, che colpisce negativamente territori , popolazioni e aziende virtuose, è stato causa di un infortunio mortale, di un omicidio bianco, oltre che di altri gravi infortuni e di in danno ambientale che risultano visibili, mentre la gran parte sono nascosti.
Solidarietà ai colpiti dall'incidente e che almeno i colpevoli siano puniti”.