Controlli e ancora controlli contro l'illegalità cinese. Per adesso il distretto cinese non sembra scalfito dai controlli che, negli ultimi tempi, le forze dell'ordine stanno effettuando. Anche hanno fatto infuriare il console nelle ultime settimane e hanno portato alla chiusura di diverse aziende cinesi irregolari. Un gruppo di imprenditori cinesi, espressioni delle due associazioni “D'amicizia dei cinesi di Prato in Italia” e quella “Di commercio italo-cinese”, è disponibile a sedersi a un tavolo istituzionale – messo a disposizione dalla Provincia – per lavorare sull'integrazione tra i cosiddetti “distretti paralleli”, quello tessile, tradizionalmente pratese, e quello delle confezioni, tipicamente cinese.
L'annuncio l'ha dato il presidente della Provincia, Lamberto Gestri, nel corso di un incontro con la stampa. “Quello di tentare il dialogo è una scelta strategica, si tratta di un percorso che avrà tempi lunghi ma che rappresenta una necessità per il distretto”, spiega Gestri. “Il tavolo è il risultato di una serie di contatti avviati prima della mia elezione. Appena eletto ho nominato tra i miei consiglieri, anche l'imprenditore Quilin Xu (Giulin) e insieme a lui ho cominciato a lavorare”, afferma il presidente che ha ricordato come la Provincia di Prato abbia stretto un patto di gemellaggio con Wenzhou, la municipalità di 8 milioni di abitanti da cui proviene gran parte dei cinesi che vivono a Prato, sin dal 2002.
I nomi degli imprenditori sono in via di definizione da parte delle due associazioni e dovrebbero essere ufficializzati entro la settimana. Di sicuro del gruppo farà parte Quilin Xu. “L'impegno della Provincia è stato condiviso con le istituzioni e le forze economiche in questi mesi anche al tavolo della Prefettura attivato in forza del Patto per Prato sicura”. sottolinea Gestri. Il progetto della Provincia è chiaro. L'ha ricordato Gestri questa mattina. “Da una parte sostenere con determinazione il contrasto all'illegalità.
La Provincia, nel contesto del Patto per Prato sicura, mette a disposizione le risorse per potenziare l'attività delle forze dell'ordine per i controlli – sottolinea Gestri – Dall'altra lavorare per il dialogo e per promuovere processi di integrazione a tutti i livelli. In questa fase c'è un interesse dei confezionisti cinesi a innalzare la qualità dei loro prodotti. La qualità dei tessuti delle aziende pratesi può rispondere a questa esigenza. C'è quindi un'esigenza reciproca a sviluppare le relazioni, in questo modo si comincia a intervenire sul completamento della filiera.
Tentare l'integrazione tra i due distretti paralleli quello della produzione dei tessuti e quello della confezione è una necessità. Nessuno si illude che sia facile ma è necessario”. L'associazione d'amicizia dei cinesi di Prato raccoglie una buona fetta di imprenditori cinesi del pronto moda ed è espressione della comunità proveniente da Wenzhou, all'Associazione generale del commercio italo-cinese fanno riferimento imprenditori provenienti anche dal resto della Cina. “Continuano i controlli nella città pratese e l'ultimo, fatto stamattina, dimostra che le istituzioni ci sono e stanno lavorando – chiosa l'onorevole Claudio Morganti – E' proprio questo il messaggio che vogliamo dare affinché Prato non diventi nei ricordi di molti la città dei cinesi e dell'illegalità.
Prato è dei pratesi e di chi, nella nostra città, vuole lavorare regolarmente rispettando le nostre leggi e di chi vuole integrarsi. Con la visita del nostro ministro degli Interni, Roberto Maroni, la cittadinanza ha avuto un forte segnale che le promesse fatte in campagna elettorale dalla Lega Nord non erano chiacchiere. La Lega è concreta e coerente – termina il segretario nazionale – e saremo noi stessi a fare da garante affinché la strada dei controlli a tappetto per la legalità continui”.