E’ nato a Firenze un coordinamento nazionale che chiede alcune modifiche legislative e regolamentari alle nuove norme, introdotte nel 2009, in merito al lavoro di restauratore e in particolare alle qualifiche per essere definito tale, perché ritenute penalizzanti. Il coordinamento, che ha visto riuniti Fillea-Cgil, Uil beni culturali, Confartigianato, Cna, più enti del settore come l’Istituto arte e restauro Palazzo Spinelli, e il comitato La Ragione del restauro che dà voce alla protesta e che ha promosso l’iniziativa, si è riunito a Palazzo Vecchio insieme al vicesindaco e assessore allo sviluppo economico Dario Nardella. Le nuove norme inserite nel Codice, è stato spiegato, mettono a rischio centinaia di restauratori che hanno già seguito corsi e formazione specifica perché stabiliscono nuovi criteri per assegnare la qualifica e prevedono la possibilità di una ‘prova di idoneità’ anche per chi ha anni di lavoro alle spalle e magari ha già superato selezioni ed esami diversi.
Il coordinamento chiede intanto una proroga del termine ultimo per la prova di idoneità, prevista originariamente per il 31 dicembre e poi slittata, anche a causa di alcuni ricorsi, ad aprile prossimo, ma anche un confronto al Governo e al Parlamento per arrivare a una modifica condivisa delle nuove norme. “La verifica delle qualifiche dei restauratori – ha spiegato il vicesindaco Nardella - è opportuna ma rischia di essere dannosa e non arrivare all’obiettivo che si è prefissa, ovvero tutelare e valorizzare il lavoro della categoria, con pesanti ripercussioni sul piano economico e lavorativo.
Basti pensare che qui a Firenze operano un migliaio tra i più qualificati esperti del restauro, che adesso temono di vedere disconosciuta la loro professionalità”. “Il Comune - ha continuato Nardella - è a disposizione per fornire il proprio supporto istituzionale al coordinamento e, forte anche del supporto della Provincia di Firenze, lo affiancherà nella ricerca di un canale di confronto con il Governo e il Parlamento”. (edl)