La sentenza ha riconosciuto colpevole Albero Alberti, figura storica dell'associazione, e lo ha condannato a un anno e 6 mesi di carcere, sospesi. Per Alberti l'imputazione è appropriazione indebita (così recita anche il sito della sua associazione). Non gli sono state riconosciute le attenuanti generiche perchè è stata accertata la continuazione del reato. In pratica secondo i giudici Alberti ha distratto per suoi scopi personali i fondi dell'Associazione che venivano raccolti per i cani e lo ha fatto in modo continuato, all'insaputa dei suoi collaboratori.
Contestualmente è stato disposto il dissequestro del canile perchè sono cadute le accuse di maltrattamenti agli animali. Nonostante la condanna, il vero vincitore della partita è proprio l'accusato, che potrà continuare ad operare. Nonostante le accuse della Procura della Repubblica di distrarre soldi finiti apparentemente nelle sue tasche. Ma ci sono altri aspetti della questione che meritano un'analisi più approfondita. Con il dissequestro è stata resa ai proprietari, ma metà dell'area sembra essere di proprietà del Comune di Sesto Fiorentino.
La struttura è priva di impianto fognario con i liquami che si disperdono nel terreno, tanto da aver richiesto in passato interventi di derattizzazione. Fra i volontari che assistono i cani si è prodotta in questi mesi una frattura. Alcuni, insofferenti dei modi di Alberti, erano usciti dalla Unione amici del Cane e del Gatto fondando una nuova associazione, collaborativa con le autorità. Per questi motivi la sentenza è una vittoria per Alberto Alberti e i suoi, nonostante i difficili rapporti nei confronti di istituzioni, Carabinieri dei NAS, servizio veterinario dell'ASL, Comune di Sesto Fiorentino che hanno caratterizzato gli ultimi anni.