di Nicola Novelli VECCHIANO- Davanti all'argine infranto dalla spinta di piena del giorno di Natale, lo scenario è ancora spettrale, per quasi un chilometro un'onda di fango larga centiaia di metri ha infranto ogni barriera, le coltivazioni, gli alberi le strade, i muri di cinta delle case. Si è fermata oltre la zona industriale mettendo in ginocchio un tessuto economico radicato. Adesso si censiscono i danni, con una procedura che vede impegnato il Comune di Vecchiano di concerto con la Regione Toscana.
E si spera che l'iter sia il più spedito e sburocratizzato possibile. Da un mese i lavori di ripristino dell'argine procedono 24 ore su 24. C'è ancora timore tra gli abitanti di Vecchiano, anche se è remota la probabilità che tornino a sommarsi i fattori che hanno concorso alla drammatica esondazione di Natale. Per tutti gli operatori comunque l'alluvione del Serchio del 2009 rimarrà una grande occasione di verifica di procedure di sicurezza e sistemi di protezione, che al di là delle inevitabili polemiche del caso, sono migliorabili e affinabili. Oggi però nel centro di Vecchiano era giorno di festa.
Un mese dopo il disastro la comunità (enti locali e associazionismo) ha avuto la forza di dare l'avvio alla 36° edizione del Carnevale Vecchianese, una tradizione per i bambini del luogo, ma anche un'occasione per alzare la testa, tornare a guardare al turismo e al futuro con ottimismo. Foto di Miriam Curatolo