Nei primi anni Venti, Parigi si afferma come capitale mondiale delle avanguardie artistiche, comprendenti anche la fotografia. Capitale cosmopolita e libertaria diviene presto la città “scelta” da fotografi provenienti dall’Europa, dalla Russia e dall’America, quindi il luogo stimolante di incontro e di scambio di esperienze, nonché di linguaggi. Nei movimenti di avanguardia, quindi, la fotografia conquista uno spazio ben definito dimostrando di poter essere dadaista e surrealista, e non solo rappresentante la realtà oggettiva.
Di tale storia ne è testimonianza la straordinaria collezione raccolta dallo storico Christian Bouqueret, autore di numerose pubblicazioni dedicate alla storia della fotografia. Adesso questa collezione è esposta nella mostra "Parigi capitale della fotografia", in corso al Museo Nazionale Alinari della Fotografia sino all'undici aprile. L'esposizione è la prima dedicata alla fotografia di questo importante periodo storico del Novecento.
Vi sono esposte oltre 100 opere di una quarantina di fotografi che hanno lavorato a Parigi tra il ‘20 ed il ‘40, accanto a documenti originali dell’epoca (riviste, libri eccetera). Fotografi francesi come Florence Henri, Maurice Tabard, Roger Schall, Henri Cartier-Bresson. Emmanuel Sougez, Pierre Boucher - solo per citarne alcuni - vissero fianco a fianco con i tedeschi Erwin Blumenfeld, Marianne Breslauer e Ilse Bing, gli ungheresi Andrè Kertész, Rogi André, François Kollar, Gisèle Freund e Brassa#, i russi Hoyningen-Huene e Rudomine, gli americani Man Ray e Berenice Abbott. AL