L’assessore allo Sport Alessia Ballini ha risposto, in Consiglio provinciale, ad una domanda d’attualità del capogruppo della Lega Nord Marco Cordone sulla chiusura del museo del ciclismo Gino Bartali. “La vicenda è molto complessa – ha spiegato l’assessore Ballini – e con polemiche tra la vedova di Gino Bartali e l’associazione che fino a questo momento ha gestito il museo. I rapporti si sono, nel tempo, andati a guastare e questo non ha prodotto, nei tre anni di sperimentazione previsti dalla convenzione precedente, quei risultati che i promotori dell’iniziativa si attendevano.
Questo ha portato a valutare l’opportunità di procedere, con un bando di evidenza pubblica, per la selezione di un nuovo soggetto o anche dello stesso soggetto, che produca una proposta di gestione del museo, allo scopo di rilanciarlo e collocarlo in un circuito nazionale, possibilmente anche internazionale, per strutture di questa natura. La Giunta provinciale ha approvato, nella seduta dello scorso 28 dicembre, l’atto di avvio del bando di evidenza pubblica ed ha delegato il Comune di Firenze a bandire la gara.
Ci auguriamo che l’associazione, che ha gestito in questi primi tre anni il museo, voglia rimettere a disposizione l’esperienza e il patrimonio che detiene nella nuova gestione. Non è escluso che l’associazione medesima si presenti al bando e, legittimamente, ritorni a essere affidataria della gestione del museo. Il museo è temporaneamente chiuso in attesa di una nuova assegnazione che avverrà nei prossimi mesi, a seguito di questo bando di gara. Ovviamente, siamo del tutto estranei alle polemiche, che si stanno trasformando in azioni legali, tra la famiglia, la vedova di Gino Bartali e l’associazione Amici del Museo Gino Bartali.
Siamo del tutto intenzionati a dare seguito all’idea di costituire un museo che onori la memoria di questo grande fiorentino”. Cordone, nella replica, ha sottolineato come: “Il museo Gino Bartali rimarrà dov’è attualmente collocato. Gino Bartali è stato lo sportivo fiorentino più grande di tutti i tempi perché non dimentichiamoci che il primo sport di Firenze, precedentemente dell’avvento del calcio, era il ciclismo. La memoria di Gino Bartali non può essere limitata da una mera gara d’appalto.
Auspico – ha aggiunto Cordone – che la gara venga vinta dall’associazione che in questi anni ha gestito il museo, perché mi sembra sia depositaria di molti oggetti esposti all’interno del museo. Però per Bartali io credo si debba fare qualcosa di più. Il 2 gennaio di quest’anno ricorreva il cinquantenario della morte dell’airone Fausto Coppi. E’ mai possibile che a Castellania, una cittadina in provincia di Alessandria, facciano tante manifestazioni per Fausto Coppi ed a Firenze, per Bartali, si debba fare così poco? Bisogna fare di più.
Bartali doveva essere sepolto fra i grandi, in Santa Croce. Lo stesso Sindaco di Bagno a Ripoli ha detto che bisogna fare di più per onorare Gino Bartali. Non è possibile che un grande fiorentino come Gino Bartali, non debba essere onorato adeguatamente nella sua Firenze, nella sua Provincia. In questa terra di grandissimi ciclisti: Gastone Nencini Fiorenzo Magni, Franco Bitossi, Roberto Poggiali ecc. occorre fare molto, ma molto di più, per ricordare il nostro Gino, le cui imprese sono entrate nell’epica dello sport.
Non è possibile che Castellania, il luogo natale del grande Coppi, immortale, faccia tutte queste cose per ricordarlo e Firenze faccia così ben poco per il grandissimo Gino, il più grande Campione sportivo che Firenze abbia mai avuto. Gino Bartali – conclude Marco Cordone – dalla prematura scomparsa del fratello Giulio, ciclista come lui, ne trasse nuova energia vitale per le sue imprese, Firenze dall’esempio di questo Campione dovrebbe trarre quelle energie per ricordarlo adeguatamente”.