"Crediamo che sia necessario per tutti fare un passo indietro e voltare pagina, guardare avanti, innovare, far crescere il Museo del Ciclismo, intitolato a Gino Bartali con il consenso di tutti, in prima persona di Gino stesso, che, ricordo, ci diceva: 'Fate presto a realizzarlo, perché ho paura di morire prima!'. Quindi, lui era contento che, davanti alla sua casa natale, nascesse il 'suo' museo, dedicato a tutto il mondo del ciclismo, e che portasse il suo nome. Il ciclismo continua ad essere un grande sport popolare e Firenze (intesa come area fiorentina) ha avuto il merito di costruire due musei dedicati uno al calcio a Coverciano (in particolare alla storia della Nazionale) e uno al ciclismo (principalmente sulla vita di Gino Bartali).
Ma qual è oggi l'obiettivo su cui lavorare per queste strutture? È un po' diverso rispetto a qualche anno fa. Oggi si tratta di inserire i 2 musei nel circuito museale fiorentino, sia in termini di visitatori e turisti, sia dal punto di vista promozionale, e di far sì che le 2 strutture dialoghino con gli altri musei di Firenze. Ricordo che, quando qualche anno fa, andai a Madrid, accanto al Museo del Prado o alla 'Guernica' di Picasso, visitai anche il Museo del Real Madrid, all'interno del Santiago Bernabeu.
Perché non può accadere lo stesso con gli Uffizi e il Museo del Calcio o del Ciclismo? È chiaro però che questi 2 musei non possono essere solo il deposito di biciclette, maglie, borracce, scarpette, palloni storici. Devono anche animarsi, dare spessore culturale e spettacolare alle loro attività sul piano comunicativo, storico, culturale. Gli avvenimenti sportivi si sono sempre intrecciati con la storia del nostro, come di altri Paesi, e con le vicende politiche, sociali e culturali. Oggi, con le nuove tecnologie che rendono tutto più semplice, i 2 musei potrebbero collegarsi con strutture analoghe che, nel mondo e soprattutto in Europa, raccontano le gesta sportive di famosi campioni.
Fare questo è molto difficile e servono risorse economiche e intellettuali, occorrono idee (che spesso valgono più della moneta!) e la capacità di metterle in pratica. I Comuni di Bagno a Ripoli e Firenze e la Provincia di Firenze scommettono sul futuro e vogliono voltare pagina (da qui l'idea del bando pubblico su un progetto), superando le polemiche, spesso estenuanti e penalizzanti, tra il Circolo L'Unione (che ha donato il terreno su cui il museo è stato costruito), l'Associazione degli Amici del Museo (di cui il sottoscritto ha fatto parte per anni e prima dell'impegno di Sindaco) e la sua famiglia, a sua volta divisa all'interno. Se però è vero che tutti lavorano per il bene del ciclismo e per quello che ha rappresentato Gino Bartali per l'Italia e il mondo, pensiamo a cosa potrebbe chiederci Gino se fosse ancora in vita o se ci guarda dal cielo: 'Smettete di polemizzare fra voi: se non ce l'avete fatta in tanti anni, mettetevi da parte e lasciate ad altri il testimone”.
E se il materiale che prima era nel museo e adesso è inscatolato nel cartone o altro materiale disseminato un po' ovunque potesse essere messo disinteressatamente a disposizione (diciamo 'disinteressatamente' perché, almeno a parole, tutti sostengono di non volere soldi per avere i cimeli!), crediamo che si potrebbe fare quel salto che l'evidenza richiede. Altrimenti, quel fallimento del progetto che nessuno vuole diventerà realtà, con la sconfitta innanzi tutto delle istituzioni e di quanti dicono di volere un gran bene alla figura di Ginettaccio. E mai come adesso varrebbe il motto 'gli è tutto sbagliato, gli è tutto da rifare'.