Martini: ''L'agricoltura toscana può vincere la crisi''

In una situazione di incertezza generale -nazionale, europea, mondiale- sulle politiche agricole, secondo Martini vanno individuati percorsi strategici e duraturi a vantaggio del settore.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 gennaio 2010 20:47
Martini: ''L'agricoltura toscana può vincere la crisi''

"Questo dodicesimo rapporto sull'agricoltura toscana è caratterizzato da una duplice prospettiva: quella dei risultati dei dieci anni trascorsi, sostanzialmente positivi, ricchi di risultati riassumibili nel brand Toscana conosciuto ormai ovunque. E quella mirata sull'anno appena concluso, un 2009 tanto “annus horribilis” da non sembrare vero. Non c'è strabismo in questa prospettiva, al contrario lo stimolo per la ricerca di politiche di respiro capaci di scavalcare la crisi contingente, che è generale, per innescare azioni virtuose di lungo periodo, le uniche che individuano e garantiscono lo sviluppo agricolo a tutti i livelli".

Il presidente Claudio Martini ha così riassunto nelle sue conclusioni le linee guida del rapporto Irpet-Arsia 2010 su “Economia e politiche rurali in Toscana”, presentato stamani a Palazzo Strozzi Sacrati: un "tradizionale appuntamento ormai" ha aggiunto il presidente, che ha ringraziato con calore tutti coloro che hanno contribuito con il loro lavoro a "uno strumento conoscitivo che pochissimi possiedono; per questo noi possiamo riflettere sul buono e sul cattivo, altri non possono che riportare ipotesi". In una situazione di incertezza generale -nazionale, europea, mondiale- sulle politiche agricole, secondo Martini vanno individuati percorsi strategici e duraturi a vantaggio del settore; ad esempio le politiche per le risorse idriche, fondamentali per le coltivazioni.

"Chiudiamo un decennio e ne apriamo un altro nel quale vedo l'esigenza di reimpostare tutte le politiche, di cogliere quel che cambia in Europa, nelle dinamiche del commercio mondiale. In cui saremo chiamati a capire il ruolo delle filiere, a confrontarci con i poteri del consumo. L'ho già detto e lo ripeto, l'agricoltura toscana non conta per il 3 per cento che pesa sul Pil regionale, ma per quanto interagisce con la gestione dell'ambiente e del territorio, con gli aspetti sociali e sanitari legati al turismo, al paesaggio, all'alimentazione.

Per questo è indispensabile individuare forme nuove di organizzazione, che per fortuna non partono da zero – ha concluso il presidente – ma poggiano su quanto già fatto in materia di qualità dei prodotti, multifunzionalità delle aziende, recupero della filiera corta". Per Maria Grazia Mammuccini, direttore Arsia, "questo rapporto ha il valore di uno spartiacque: da una parte mostra come l'ultimo decennio sia stato caratterizzato da un consolidamento di tutto il comparto, dall'altra evidenzia, attraverso l'analisi della crisi internazionale, che si sta per aprire una nuova fase.

Naturalmente questo nuovo orizzonte dovrà svelarsi ma già oggi la fase recessiva ne anticipa alcuni elementi: per esempio ci dice che le aziende multifunzionali, che diversificano le loro attività hanno maggior capacità di reggere l'urto di una congiuntura negativa, e ci dice anche che, in presenza di una crisi mondiale, è necessario tornare a valorizzare il rapporto tra l'azienda e l'economia locale. Questi nuovi elementi dovranno essere tenuti ben presenti nelle analisi dell'agricoltura dei prossimi anni, e quindi sin dal prossimo rapporto". di Dario Rossi e Massimo Orlandi La foto è tratta dall'album di Teo's photo su Flickr.

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