Novità assoluta a Empoli nel panorama del Servizio Sanitario Nazionale. Presso l’Unità di Medicina Naturale dell’Ospedale San Giuseppe (USL 11), la Regione Toscana ha istituito il Centro di Etnomedicina, una struttura multidisciplinare specializzata nello studio dei rapporti tra la medicina popolare tradizionale e il moderno uso scientifico delle erbe, ovvero la fitoterapia. Ne dà notizia il professor Fabio Firenzuoli, presidente dell’Associazione Nazionale Medici Fitoterapeuti (ANMFIT) e direttore a Empoli del Centro regionale di riferimento per la Fitoterapia. "Il Centro di Etnomedicina”, spiega, “è l'anello di congiunzione tra le secolari pratiche mediche dei nostri nonni e la moderna medicina delle piante.
Il suo obiettivo è infatti di individuare, analizzare, recuperare e promuovere tutte le conoscenze delle terapie tradizionali. E’ stato istituito lo scorso 28 dicembre con il decreto regionale 1255. In Italia è il primo nel Servizio Sanitario”. Si tratta peraltro di uno dei molti interventi della Regione Toscana in tema di Medicine Complementari, una decisione che si aggiunge a un percorso ormai consolidato e che contribuisce a definire una politica sanitaria d’avanguardia. Da ricordare che l’Agenzia regionale per lo sviluppo e innovazione nel settore agricolo-forestale (ARSIA) ha già pubblicato un volume sulle erbe tipiche della tradizione rurale toscana.
La Toscana, inoltre, ha dato vita ai primi corsi di Erboristeria, e sempre in Toscana, a Empoli, è nata la prima struttura ospedaliera dove si pratica la fitoterapia. Tra l’altro, per la prima volta nel nostro Paese, una Facoltà di Medicina e Chirurgia (quella dell’Università di Firenze) ha istituito un Master in Fitoterapia clinica, un corso di alta specializzazione per medici, farmacisti e lauree affini, dove si insegna l'uso delle piante medicinali, con molto spazio dedicato ai tirocini pratici e alla conoscenza diretta delle erbe. “Mancava, appunto”, dice Firenzuoli, “una struttura dedicata all'Etnomedicina, ed eccola finalmente proprio ad Empoli.
D’altra parte, se è fondamentale conoscere le caratteristiche di un terreno sia per coltivarvi ortaggi che per costruirvi un edificio, è altrettanto indispensabile conoscere e studiare l'humus su cui cresce e si sviluppa la fitoterapia. Humus rappresentato proprio dall'uso tradizionale delle erbe, che può essere anche molto diverso da zona a zona”. Rende bene l’idea l’esempio della Vitalba, un rampicante che in Italia si trova ovunque. Ebbene: in ambito medico non è usata perché contiene alcaloidi tossici, ma nell’area di Grosseto se ne ricava un unguento contro i dolori muscolari, in Lunigiana si usa metterne le foglie nelle narici contro l'emicrania e in Lucchesia è considerata un ottimo rimedio per porri e verruche.
Ancora: un tempo la Vitalba era la classica erba anti malocchio, mentre oggi può capitare di trovarsela in tavola sotto forma di frittata. Casi del genere ce ne sono molti, dice Firenzuoli. Erbe di impieghi vari e complicati, spesso mai studiate benché molto popolari. In Toscana la medicina tradizionale delle piante è già prevista come materia di studio del Master di Fitoterapia che si tiene ad Empoli, le cui iscrizioni chiudono il prossimo 22 gennaio.