Il fatturato delle imprese artigiane fiorentine cresce di 10,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ma questo dato, pur essendo migliore di quello regionale (dove il fatturato aumenta di circa 4 punti percentuali), non va interpretato come un segnale netto di ripresa, considerato lo scarseggiare degli investimenti da parte delle aziende.
È quanto emerge dal rapporto Trend di Cna, l’analisi congiunturale sull’andamento 2014 (I semestre con proiezioni sull’intero anno) dell’economia artigiana della provincia di Firenze presentata oggi dal presidente Cna Firenze, Andrea Calistri, e dal direttore generale, Franco Vichi.
Il primo semestre 2014 dell’artigianato della provincia di Firenze vede una situazione abbastanza buona dei principali indicatori contabili, sulla scia di quanto era accaduto anche nell’ultima parte del 2013, quando fatturato, consumi e retribuzioni avevano registrato dinamiche positive. Un risultato che, tuttavia, non viene imitato dai principali fattori di costo (che chiaramente hanno un impatto negativo sui margini e sugli utili delle imprese artigiane), con i consumi che si mantengono sostanzialmente stabili (+0,2%), mentre le retribuzioni arretrano del 2,1%, in diminuzione di oltre 10 punti percentuali rispetto alla prima parte del 2013.
Entrando nel dettaglio dei settori dell’artigianato fiorentino, le costruzioni continuano il rimbalzo positivo già emerso alla fine del 2013, registrando un incremento di fatturato del 6,9%. Il dato è sostanzialmente in linea con quanto accaduto a livello regionale quando, dopo semestri veramente difficili per il mercato edile, si intravedono alcuni segnali di inversione evidenziati da un rimbalzo positivo del 9,6%. Andamenti diversificati per i fattori di costo, con i consumi che aumentano il proprio valore rispetto al primo semestre del 2013, mentre le retribuzioni subiscono una netta battuta d’arresto su base tendenziale annua.
Il manifatturiero è il macro settore che mostra la performance migliore, con un incremento del fatturato del 19,7%, trainato dagli ottimi risultati dei due settori principali della manifattura fiorentina, la pelletteria e la metalmeccanica. I segnali di ripresa già erano emersi nella seconda parte del 2013. Nel caso della pelletteria il dato è confermato anche dagli andamenti dei relativi fattori di costo, con consumi e retribuzioni che recuperano valore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre per la metalmeccanica si registrano diminuzioni di entrambi i fattori di costo rispetto ai primi sei mesi del 2013.
Una recente ricerca Cna, nel caso della pelletteria artigiana, evidenzia, a partire da dati ufficiali della Camera di Commercio, il mantenersi di una certa capacità di assumere (+ 450 circa nel 2014 rispetto al 2013); diverso il dato per le non artigiane (- 400 circa). Risultati che vengono pienamente confermati da un’altra ricerca plurisettoriale del Centro Studi Cna, con approfondimento tramite oltre 100 contatti telefonici, dalla quale risulta che anche nel 2015 non si prevedono diminuzioni di personale, pur in presenza di una previsione di stabilità del fatturato.
Anche il dato medio regionale risulta essere positivo (+3,2%), ma la manifattura fiorentina, come detto, registra aumenti dei ricavi più consistenti, nonostante performance tutt’altro che positive di settori come gli alimentari (-13,6%) e del tessile (-10,9%) entrambi in linea con dati negativi che provengono dalla media regionale. In arretramento anche il legno (-4,6%), mentre è in aumento il fatturato dell’oreficeria (+22%).
Situazione meno favorevole per l’artigianato dei servizi, che, rispetto ai primi sei mesi del 2013, si mantiene sostanzialmente stabile a livello di fatturato (-0,2%) confermando quanto accaduto nella seconda parte del 2013. Il dato è fondamentalmente in linea con il dato medio regionale (-1,1%) anche se, andando nello specifico, si nota come la sostanziale stabilità sia una media tra l’ottima performance dei trasporti (+19,3%) e gli arretramenti di fatturato dei settori terziari delle riparazioni (-9,0%), dei servizi alle famiglie (-3,5%) e dei servizi alle imprese (-9,6%).
Nonostante tutto le prospettive degli intervistati per il prossimo futuro continuano a tendere verso un’assenza di una vera e propria ripresa, considerato anche il fatto che la congiuntura economica nazionale, e di conseguenza anche quella regionale, continua a soffrire. Anche la recente indagine del sentiment realizzata su un campione rappresentativo di imprese artigiane ci mette di fronte a giudizi degli operatori tendenti ad un quadro congiunturale sostanzialmente identico a quello attuale, con un scarsa propensione a investire, in un quadro di prudenza e di vincoli finanziari.
Il punto fatto di recente (dicembre 2014) su un campione di circa 3mila imprese artigiane di Cna Firenze conferma l’assenza di una ripresa nell’ultima parte del 2014, con aspettative abbastanza statiche anche per il primo semestre del 2015. I giudizi degli operatori relativamente all’andamento del secondo semestre 2014 sono tendenzialmente coerenti con un quadro congiunturale statico o in lieve peggioramento. Il 30,2% delle aziende ha segnalato un profilo di “stabilità” dei propri livelli produttivi.
Segnali in chiaroscuro per quanto riguarda il fatturato che, nella seconda parte dell’anno, è giudicato “in contrazione” soprattutto da chi vende sul mercato interno, mentre il quadro è migliore per le imprese artigiane che esportano e che comunque sono collocate in filiere trainate dalla domanda estera. Questo spiega anche perché la situazione sia mediamente migliore per l’artigianato fiorentino che, grazie soprattutto alla propria componente manifatturiera, ‘sterilizza’ per il momento gli effetti di una crisi che ancora non accenna a dissolversi.
Nel complesso la situazione è ancora molto complicata e gli operatori non fanno che confermare un quadro congiunturale dove emergono numerose criticità: dalle spinte di tipo deflattivo (il 34% delle imprese dichiara che i propri prezzi di vendita sono in diminuzione), al difficile e costoso accesso al credito (il 54,7% delle imprese dichiara di avere difficoltà dal lato del credito), all’aumento dell’incidenza dei costi aziendali (soprattutto quelli per interessi). Tuttavia, nonostante le difficoltà, ben oltre il 50% delle imprese presenta un bilancio in utile nel 2014, anche se forse si tratta di bilanci poco più che in “pareggio”.
Estendendo lo sguardo al 2015 le previsioni sono in miglioramento un po’ su tutti gli indicatori e i livelli produttivi e di fatturato sono attesi in recupero, anche se il quadro generale presenta un profilo di sostanziale stazionarietà. A dimostrazione che questa fase non è l’inizio di una ripresa vi è lo scarso rilievo della spesa per investimenti: solo il 20,8% delle imprese prevede che effettuerà investimenti nel corso del primo semestre 2015, a fronte del 37,7% che aveva effettuato investimenti nella seconda parte del 2014.
«I segnali positivi che arrivano dall’economia fiorentina qualcosa devono comunque dirci e sta anche a noi tradurlo in indicazioni di marcia – commenta Andrea Calistri, presidente Cna Firenze –. Senz’altro ne deriva l’impegno a continuare, con tutte le nostre energie proseguendo, come da anni facciamo con coraggio, la battaglia per la tutela del Made in Italy e per l’affermazione della piena legalità, a cominciare dalle condizioni di lavoro. Il nostro obiettivo è arrivare a un sistema di controllo che tuteli i nostri prodotti di qualità dalla contraffazione e una legislazione europea che consenta di fare chiarezza sulle marcature del Made in Italy in tutte le filiere (moda, meccanica, agroalimentare). In questa prospettiva, consideriamo una buona notizia il ruolo di parlamentare europeo assegnato a Nicola Danti, in particolare a seguito del vertice italo-tedesco, un assist importante per giocare la partita del “Made in” in Europa».
«Essere al fianco delle imprese, anche a quelle che resistono e vanno avanti con discreti risultati, richiede uno scatto decisivo per eliminare le zavorre che le penalizzano nella competizione interna e internazionale – spiega Franco Vichi, direttore generale di Cna Firenze -. È cosa risaputa, infatti, che le nostre imprese soffrano in materia di competitività, perché hanno a che fare con infrastrutture e intermodalità non interconnettive fra loro e con sviluppi urbanistici non integrati; al contrario, vengono applicate fiscalità, pratiche, azioni burocratiche e regolamenti che le distanziano fra loro.
Nuove politiche territoriali, dunque: omogeneità piena nella Città Metropolitana da poco insediata e da subito l’idea di realizzare l’integrazione sull’Area Vasta Firenze, Prato, Pistoia. Anche a partire dalle elaborazioni Trend, dobbiamo tutti prendere atto che accanto alle specificità dell’artigianato urbano sta un ben più ampio artigianato extra-urbano, con cui ci collochiamo fra le prime cinque aree industriali del Paese, per il quale i confini amministrativi sono obsoleti e incomprensibili».