Uscito il libro in libreria e negli store online per Round Robin editrice, il libro “Ci scusiamo per il disagio (Treni, pendolari e odissee tutte italiane)”, l’inchiesta dei giornalisti Gerardo Adinolfi di Repubblica Firenze e Stefano Taglione de Il Tirreno. , e presentato presso la Biblioteca di Campo nell’Elba.
Due giornalisti Grardo Adinolfi di Repubblica Firenze e Stefano Taglione conducono un’inchiesta sui disservizi dei treni pendolari che costringono chi si deve spostare in un'altra località per lavoro o studio ad attese spasmodiche e snervanti e compiono un viaggio da Nord a Sud su questi treni dove scorgono nei viaggiatori molta amarezza e rabbia per il fatto che ancora oggi questo problema più volte sollecitato non sia stato risolto.
Il libro “Ci scusiamo per il disagio (treni, pendolari o odissee tutte italiane” di Gerardo Adininolfi e Stefano Taglione, di 162 pagine edito da Round Robin Editrice, ed acquistabile al prezzo di 14 euro in libreria e negli store online di questa Casa Editrice, È il racconto di un viaggio in Italia a bordo dei treni pendolari, da sud a nord, da Ragusa a Torino, passando da Calabria, Basilicata, Campania, Lazio, Marche, Toscana, Emilia Romagna e Lombardia. E mette in luce le difficoltà di chi si sposta quotidianamente a bordo dei vagoni, da Pisa a Firenze, a ridosso della Capitale o in Lombardia, ma anche nel Sud del Paese, dove l e ferrovie sono abbandonate a sé stesse.
All’interno del libro un capitolo è dedicato alla Toscana e parla di un docente universitario pendolare che raggiunge Pisa ogni mattina, da Montecatini Terme: “Arrivo sempre tardi per qualche disagio, non mettetemi lezioni alla prima ora”, ha chiesto al suo ateneo. Il treno con più soppressioni in Toscana nel 2015 parte invece da Firenze, diretto a Pistoia. E il più lento viaggia in Garfagnana davvero un’odissea per questo povero docente raggiungere la località di destinazione.
In regione i treni regionali devono fare i conti anche con l’alta velocità e le interferenze tra Av e le corse per Arezzo, il Valdarno e il Mugello. Il cosiddetto “tappo di Firenze”, nonostante i treni nuovi, non garantirà mai un salto evidente nella puntualità. Ad Arezzo invece si gioca la partita Medioetruria, davvero serve una nuova stazione per l’alta velocità o il rischio è di una nuova cattedrale nel deserto? Nel volume si parla anche per l’Isola d’Elba (dove i treni non esistono, ma sono comunque fondamentali.
Al porto di Piombino, infatti, c’è una stazione ferroviaria. Dove passano i treni regionali ogni giorno che percorrono la linea per Campiglia Marittima, affiancati dai più numerosi autobus della compagnia Tiemme che però, pur essendo convenzionati con Trenitalia in quanto vi si può salire a bordo con lo stesso biglietto del treno, a differenza di quanto accadeva in passato sono scomparsi dall’orario ufficiale di Ferrovie dello Stato, generando problemi e incomprensioni soprattutto in alta stagione, quando l’Elba si riempie di turisti.
Adinolfi e Taglione hanno viaggiato con i pendolari siciliani che per i 106 chilometri tra Ragusa e Siracusa impiegando più tempo che da Firenze a Milano con le Frecce o con gli Italo e, risalendo lo Stivale, hanno scoperto cosa non va sui treni di Calabria, Campania, Basilicata, Lazio, Marche, Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte. A fine viaggio l’intervista esclusiva con un capotreno aggredito e accoltellato dopo aver chiesto il biglietto a un passeggero. A distanza di tempo, sui treni, lui che dovrebbe lavorarci, non riesce ancora a risalire.
“E’ un viaggio-reportage dalla Sicilia al Piemonte sui treni regionali, Intercity e dell’Alta velocità per scoprire, e spiegare – hanno detto gli autori - l’origine di ritardi e disservizi. E perché l’Italia è sempre più un Paese a due velocità. Non solo per il divario di investimenti e performance fra treni ad alta velocità e regionali ma anche perché, come dimostrano le testimonianze dei viaggiatori e degli addetti ai lavori, spostarsi in treno al Sud non è semplice come farlo al Nord. Tra i debiti che negli anni le Regioni hanno contratto con le aziende di trasporto, come in Calabria e in Campania e i treni sempre più vecchi a rimetterci sono i 2,77 milioni di pendolari dei treni italiani che ogni giorno si spostano su carrozze vecchie, sovraffollate e in ritardo”
Il libro chiama in causa i numerosi disservizi che colpiscono in particolare i pendolari che devono recarsi sul posto di lavoro ma soprattutto il governo che dovrebbe rendere più efficienti le ferrovie e, malgrado vi siano i treni ad alta velocità che hanno ridotto certe distanze, rimane ancora irrisolto questo problema.
Quante volte abbiamo sentito dire dallo speaker il treno per….arriverà con un cospiquo ritardo che hanno costretto i pendolari a lunghe ed affannose attese per prendere il treno ed arrivare tardi sul posto di lavoro o all’università nel caso di studenti che frequentano regolarmente i corsi.
Per non parlare di persone che devono fare lunghi viaggi che loro malgrado sono costretti ad attese spasmodiche, e questo libro scritto con un linguaggio chiaro e lineare ci induce a riflettere su un problema che deve essere risolto al più presto.