Approvati dal Consiglio Legge Finanziaria e Bilancio di previsione 2010

Con 35 voti a favore e 16 contrari, la maggioranza approva la Finanziaria 2010. Ok al Bilancio di previsione per l’anno finanziario 2010 e pluriennale 2010-2012 con 36 sì e 16 voti contrari

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 dicembre 2009 19:43
Approvati dal Consiglio Legge Finanziaria e Bilancio di previsione 2010

Disco verde a maggioranza per le due proposte “Legge Finanziaria per l’anno 2010” (n. 386) e “Bilancio di previsione per l’anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale 2010-2012” (n. 385). Per quanto attiene al primo provvedimento, su 51 votanti, 35 sono stati i voti a favore, 16 quelli contrari. Il secondo atto (52 i votanti), ha riscosso invece 36 voti a favore e 16 contrari. La relazione d'apertura “Il Bilancio per l’anno 2010 è certamente condizionato dalla situazione generale in cui è scesa l’economia nel nostro paese nel corso del 2009.

La caduta del reddito delle imprese e delle famiglie ha come conseguenza diretta la diminuzione delle entrate dello Stato e quindi l’aumento del suo deficit al quale contribuiscono le maggiori spese per gli ammortizzatori sociali e per il sostegno al sistema delle imprese”. Con queste parole il presidente della commissione Affari istituzionali, Ilio Pasqui (Pd), ha aperto la sua relazione su Legge Finanziaria e bilancio 2010 nella seduta del Consiglio regionale di oggi, martedì 22 dicembre. “L’abbassamento dei tassi di interesse – ha proseguito Pasqui – ha solo mitigato gli effetti negativi di questa condizione nella quale si trova il nostro paese, a causa dell’elevato debito pubblico.

Ancora una volta le principali azioni di contenimento della spesa da parte dello Stato si sono concretizzate con dei tagli sui trasferimenti agli enti locali e alle Regioni; in aggiunta i vincoli del patto di stabilità stringono in una morsa ferrea la finanza regionale e locale fino ad impedire la liquidazione dei mutui contratti entro i limiti fissati della precedente finanziaria”. Pasqui ha poi descritto il bilancio che è così composto: il totale delle entrate è pari a 8.890 milioni di euro ripartiti in 7.477 (84,1%) di tributi propri, 844 da trasferimenti Ue e dello Stato, 97 da entrate extratributarie, 435 da mutui, 37 da alienazioni e crediti.

Per quanto riguarda le uscite, quelle relative a Sanità e sociale rappresentano il 75% del totale con 6.746 milioni di euro. Seguono il sostegno all’economia con 342 milioni, il territorio con 646 milioni, l’ambiente con 182 milioni, cultura e formazione con 275 milioni, sistema istituzionale con 234 milioni, ed infine amministrazione con 645 milioni. “Fra le priorità ricordiamo – ha detto Pasqui – lo stanziamento di 80 milioni all’anno per il finanziamento a regime del fondo per la non autosufficienza; il rinnovo del finanziamento del fondo per i lavoratori in crisi per il quale sono previsti 5 milioni di euro anche per il 2010; 271 milioni per gli investimenti in ricerca; 381 milioni per investimenti in sanità, ambiente infrastrutture e mobilità”.

“E per rispondere – ha sottolineato Pasqui – a coloro che hanno detto che la proposta di bilancio sembra ordinaria e non rapportata alla straordinarietà del momento, dobbiamo ricordare che le risorse per lo sviluppo superano quelle consentite dal patto di stabilità, e complessivamente, ammontano a 1002 milioni. Si deve peraltro tenere conto del rapporto diretto fra risorse disponibili e politiche fiscali e che nel raffronto fra tutte le regioni italiane, la nostra si colloca ai livelli più bassi.

Vorrei inoltre ricordare la meticolosa attenzione ai risvolti sociali della crisi: per fare un esempio, basti pensare ai 2,8 milioni per mantenere attive alcune scuole materne. Questo intervento, così come altri, apre un altro possibile campo di discussione, quello del rapporto con gli enti locali, per il peso che i tagli orizzontali o in linea, operati dal ministro Tremonti, hanno sui bilanci degli enti locali e di riflesso sul sistema sociale”. “Infine – ha concluso Pasqui – l’incremento tendenziale del Pil allo 0,2% su base annua prevista per il 2010, può essere di utilità morale, basta non dimenticare che in un anno abbiamo perso il 5% e che di questo passo, per tornare ai livelli di prima, impiegheremo vent’anni.

Non servono quindi misure provvisorie e tagli lineari alla spesa pubblica, servono riforme strutturali. La Toscana ha acquisito esperienze importanti, un esempio su tutti è quello della sanità, che dopo due decenni di riforme e di costanti aggiornamenti costituisce un paradigma di sostenibilità e di qualità delle prestazioni”. La discussione in aula “Non riusciamo a dare un particolare significato politico a questo bilancio che non ha la forza di un atto che apre una nuova stagione, bensì di uno che, semplicemente, la chiude”.

Con queste parole è intervenuto il consigliere Alberto Magnolfi (Fi-Pdl) in merito al bilancio della Regione Toscana. “In questi ultimi cinque anni la nostra regione – ha proseguito Magnolfi – è andata indietro, e ha perduto in molti aspetti, che vanno dalla sicurezza, alla riduzione degli investimenti esteri fino alla credibilità delle nostre Università. La Toscana ha perduto sicurezza nelle prospettive; quando tutto cambia insistere con le solite ricette politiche è una colpa, di dimensione storica, verso il futuro”. Critico anche il consigliere Roberto Benedetti (An-Pdl) che ha definito il bilancio “un documento stanco, più formale che sostanziale”.

“In questi due documenti – ha aggiunto – non si realizza nessuna politica di discontinuità, quando invece, l’unico modo per permettere il rilancio della nostra regione sarebbe quello di mettere in campo l’alternanza: solo in essa infatti la democrazia può crescere”. Parole dure anche dalla consigliera Stefania Fuscagni (Fi-Pdl) che ha parlato di un bilancio con “il freno a mano tirato”. “Siamo davanti ad un 2010 che si prospetta austero, dedicato alle politiche sociali che penalizza fortemente le politiche di sviluppo.

Dinnanzi alla crisi la risposta è assistenza, assistenza, assistenza, mentre, per noi, la risposta dovrebbe essere sostegno alle leve di sviluppo e cioè famiglia-imprese-servizi e formazione professionale competitiva”. Il dibattito è proseguito con l’intervento di Marco Montemagni (Gruppo misto) che ha esordito affermando di parlare “a nome del nuovo soggetto politico di Sinistra ecologia e libertà che a Roma, il 19 e 20 dicembre scorsi, ha svolto la propria assemblea costitutiva nazionale”.

Secondo Montemagni, che ha espresso parere favorevole sul bilancio e sulla finanziaria, l’economia toscana può trarre giovamento dalla realizzazione di quattro punti programmatici fondamentali “che presuppongono forti interventi pubblici in grado di far crescere l’economia e determinare uno sviluppo occupazionale”. Tali punti, a detta di Montemagni, sono la ripubblicizzazione delle acque, la realizzazione di un modello di mobilità sostenibile, le energie rinnovabili e lo sviluppo e l’affermazione di una tipologia di abitazione sostenibile.

“Tutto ciò garantirebbe una ripresa del sistema economico”, ha affermato Montemagni. Secondo Marco Cellai (An-Pdl) il bilancio proposto è invece “inadeguato e rituale perché identico, se non peggiore, di quelli presentati negli anni passati” e “la finanziaria presenta addirittura punti di illegittimità sull’acquisto delle Scotte” ed inoltre “curiosa è la questione dei fondi per il Parco della musica di Firenze”. Cellai ha contestato con forza le politiche economiche della Regione e si è chiesto “quali cambiali si stanno pagando”.

In particolare, secondo Cellai, “la Regione, nel presentare il bilancio, doveva prevedere manovre di maggiore intervento economico ad integrazione del reddito per i cassintegrati, maggiori agevolazioni sugli affitti nelle situazioni più disagiate, aumento del sostegno alle attività produttive con particolare riguardo ad artigiani e piccole e medie imprese”. Invece tutto ciò, per Cellai, non è accaduto. E per quanto riguarda il caso delle Scotte di Siena “evidentemente si punta a salvare, tramite l’acquisto del policlinico per 110 milioni di euro, l’università di Siena che presenta un buco di bilancio di ben 200 milioni di euro”. Critico sul bilancio e la finanziaria è stato anche il suo collega di gruppo Andrea Agresti (An-Pdl) secondo cui “quello di cui si sta discutendo oggi è un bilancio di commiato che può esser valido solo come spot elettorale”.

Secondo Agresti, infatti, “il problema rimane quello di un bilancio che gioca con una prospettiva di campagna elettorale” e tutto questo nonostante ci siano “interi settori in cui la nostra Regione è fortemente indietro rispetto alle effettive esigenze ed ai servizi che dovremmo dare ai cittadini ed invece questa maggioranza non riesce a garantire”. Anche Alessia Petraglia (Sd-Sel) è intervenuta a sostegno del bilancio e della finanziaria sottolineando che “questo bilancio conferma le scelte fatte col Dpef di luglio” e che “per uscire dalla crisi occorre avere una forte responsabilità”.

Petraglia, che ha affermato di parlare anche lei a nome di Sinistra ecologia e libertà, ha chiesto al governo regionale di “fare ancora meglio specie per quanto riguarda il salario minimo garantito”, ma al contempo ha accusato il Governo nazionale di “avere adottato, finora, misure insufficienti ed anzi risibili per uscire dalla crisi”. A sostegno delle politiche economiche della Regione si è schierato Carlo Bartoloni (Prc) secondo cui “il sostegno ai redditi delle famiglie è una condizione imprescindibile per bloccare la caduta delle condizioni di vita e della domanda dei cittadini toscani” e che “l’impegno mostrato in questo senso dalla Regione, confermato con questo bilancio, rappresenta una boccata d’ossigeno di cui le famiglie hanno reale e urgente bisogno”.

Tuttavia, secondo Bartoloni, i fondi messi a disposizione per gli ammortizzatori sociali, il finanziamento del fondo per la non autosufficienza, la ristrutturazione del Psr con la disponibilità di fondi in agricoltura per l’azzeramento dei tassi sulle cambiali agrarie, “sono atti che consentono di tamponare solo momentaneamente gli effetti della crisi”, mentre per uscire da essa “è necessario che le imprese investano nella riqualificazione della produzione toscana” e che “in questo senso devono essere indirizzati gli incentivi regionali”. In modo contrario al bilancio si è espresso Maurizio Dinelli (Fi-Pdl) secondo cui “l’unico modo per rilanciare l’economia toscana è concretizzare l’alternanza della guida politica”.

Per Dinelli “questo bilancio e questa finanziaria sono atti insufficienti”. Al pari di quanto affermato anche da altri esponenti del Centrodestra, anche per Dinelli “il Centrosinistra ha perso importanti occasioni” e pur tuttavia il Centrodestra ha sempre dato il suo apporto, anche nelle commissioni, con spirito costruttivo e nell’ottica di rendere beneficio alla società toscana. Secondo Giuseppe Del Carlo (Udc) “la Giunta regionale e il Pd che è il primo partito della maggioranza avevano il dovere di portare un consuntivo della legislatura, assieme al bilancio, ma non lo hanno fatto” e “lo stesso vale proprio per il Pd per le primarie perché, dopo aver svolto con soldi pubblici queste pre-consultazioni previste dalla legge, aveva il dovere di fare una sorta di consuntivo e non lo ha fatto”.

Del Carlo, sul bilancio e sulla finanziaria, ha affermato che “non si può solo pensare alla crisi ma anche ad una strategia di sviluppo” e anche in questo caso “ciò non è stato fatto”. Secondo Del Carlo “occorreva realizzare una modernizzazione del sistema economico ed invece tutto è ancora improntato alla burocrazia e al burocratismo”. Del Carlo ha poi sottolineato, nella sua critica, “il modo in cui in Toscana viene effettuata la programmazione economica” e ha esortato la Regione Toscana, citando anche un ordine del giorno presentato dal suo gruppo, “ad introdurre, negli ambiti in cui è previsto il riferimento ai parametri Isee per l’erogazione dei servizi, adeguati correttivi che diano l’opportuna tutela ai nuclei familiari, tenendo conto del numero, delle differenze di età e delle loro condizioni”. Positivo anche il giudizio di Mario Lupi (Verdi-Sel) sul bilancio e sulla finanziaria.

Ha affermato Lupi: “Voglio sottolineare il lavoro svolto fino ad oggi sulle energie rinnovabile, con l’approvazione del piano energetico, unico elemento di pianificazione in Italia, ed auspico una maggiore attuabilità per le politiche concernenti le energie rinnovabili e lo sviluppo della green economy, augurandomi che la Regione Toscana possa rappresentare lo start-up per una produzione industriale legata all´eolico, al solare, alla geotermia, attraverso la produzione di impianti per il proprio fabbisogno energetico, dando in questo modo risposte concrete anche all´occupazione e all´economia”.

Anche Lupi ha sottolineato di parlare per conto del nuovo soggetto politico di Sinistra ecologia e libertà. La replica dell'assessore “La Regione ha svolto un ruolo al limite delle proprie competenze. La crisi economica ha dimensioni notevoli ma le nostre risposte sono state puntuali, incisive, largamente condivise e apprezzate”. Così l’assessore al Bilancio Giuseppe Bertolucci risponde alle critiche piovute dai banchi dell’opposizione su Legge Finanziaria e Bilancio di previsione.

“Abbiamo parlato e scritto di continuità e discontinuità. È evidente che vocaboli e conseguenti significati assumono caratteristiche diverse a seconda di come li vogliamo intendere. Altrettanto evidente – ha continuato l’assessore – è che la difesa del potere di acquisto delle famiglie, tanto di chi ha perso il lavoro quanto di chi è sprovvisto di ammortizzatori sociali, sono state ingenti”. Richiamando gli ultimi dati che parlano di “effetti drammatici e perdita di circa 60 mila posti di lavoro nel 2010”, Bertolucci ha ricordato le misure di sviluppo messe in campo dall’Esecutivo.

“Da due anni impegniamo risorse in investimenti fino al massimo consentito dal patto di stabilità”. “Di pari passo abbiamo rafforzato le politiche sociali perché lo consideriamo un settore fondamentale e risposta principale alle preoccupazioni dei cittadini”. Nella stessa seduta All’unanimità è passata la proposta di delibera per l’esercizio finanziario 2010 e il bilancio pluriennale per il triennio 2010-2011-2012 del Consiglio regionale della Toscana.

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