Ancora un'altra lettera inviata a Nove da Firenze da un lettore. Stavolta all'attenzione del cittadino comune c'è la situazione di via dell'Agnolo a Firenze. Un imbuto come è soprannominato questo tratto di strada dal popolo del web e che spesso, stando alla segnalazione giunta in Redazione, vede i mezzi di trasporto pubblico preda di parcheggi approssimativi o sfiorarsi, per fortuna a passo d'uomo, con i pedoni. Questo il testo della lettera.
Dopo il recente giro di vite della Municipale sul transito delle bici lungo le direttrici riservate ai mezzi pubblici, si è scatenata la polemica su internet e non solo relativamente ai nodi della viabilità urbana che mettono a serio rischio ogni giorno il regolare passaggio del mezzo pubblico. Uno di questi è la famigerata via dell'Agnolo, strettissima per definizione eppure da sempre arteria principale per la linea 14 che attraversa l'intera città dal Girone a Careggi. Nonostante le richieste fatte da più voci all'Amministrazione comunale, la via in oggetto resta adibita alla sosta degli autoveicoli sul lato sinistro, tale occupazione della carreggiata comporta un rallentamento spesso dovuto alla semplice quanto impeditiva sporgenza di un paraurti o di una ruota, con la conseguenza che il mezzo pubblico si trova costretto a 'piegare', questo il termine più giusto dato l'inclinazione del fondo stradale disconnesso e gravemente danneggiato, verso il marciapiede andando a lambire i pedoni in transito. La precedente amministrazione con l'assessore e vicesindaco Matulli si era detta pronta ad intervenire, vietando la sosta nel tratto interessato, una prontezza che si è dimostrata essere quella di un elefante e che poi è tramontata definitivamente con le elezioni. Anziché porre rimedio “all'imbuto”, così lo chiama il popolo del web, si è giunti al paradosso, adesso, con la pedonalizzazione del Duomo, che da via dell'Agnolo transita anche la linea 23, altra importante linea ad alta frequentazione che collega Firenze sud con Novoli. Si cerca di difendere la regolarità del servizio andando a colpire chi trasgredisce alle regole, come i ciclisti che fino a ieri usavano le preferenziali come ciclabili alternative, scarseggiando le regolari corsie destinate ai velocipedi, ma non si pone rimedio operando sulla mobilità elementare, sviluppando soluzioni di semplice e pratica attuazione ove sussistono problematiche evidenti riconosciute dagli stessi addetti ai lavori ma mai analizzate e risolte. Intanto i ciclisti devono attenersi alle regole e gli utenti di Ataf restano in attesa al primo varco ostruito. L.A.