Per i fabbricati rurali richiesti alle aziende importi di 3-4 volte superiori agli scorsi anni "Una tegola sugli agricoltori". Con queste parole il presidente della Cia Toscana Giordano Pascucci riassume il senso del nuovo allarme suscitato dall’arrivo agli agricoltori, in queste settimane, delle cartelle per il pagamento del tributo di bonifica, che in alcune aree si sono visti richiedere importi di 3-4 volte superiori agli scorsi anni. La spiegazione tecnica che viene data è in relazione alle norme che hanno imposto l’accatastamento dei fabbricati rurali, che pertanto sono stati valutati separatamente ai fini del calcolo del tributo di bonifica.
"Secondo i nostri esperti fiscali questa interpretazione è sbagliata – afferma Marco Failoni della Presidenza regionale Cia – in quanto il valore ed il reddito prodotto da questi immobili è ricompreso nei redditi domenicale ed agrario del fondo su cui è basato il calcolo del tributo. Per questo – conclude Failoni - abbiamo chiesto un incontro urgente all’Unione regionale della bonifiche, che speriamo si possa tenere già nei prossimi giorni". "Gli agricoltori - afferma con decisione Giordano Pascucci – non possono tollerare altre imposizioni e balzelli in una fase di crisi nella quale, come stiamo denunciando in tutte le piazze del paese – è in pericolo la stessa sopravvivenza dell’agricoltura.
Vogliamo dire con estrema chiarezza che, al di là delle interpretazioni tecniche che speriamo di chiarire nei prossimi giorni, questo aumento spropositato del tributo di bonifica è ingiustificato, inaccettabile ed insostenibile per gli agricoltori: delle due l’una; o è sbagliata l’interpretazione, oppure è sbagliata la norma. Per questo – conclude Pascucci – chiediamo innanzitutto all’Unione regionale ed ai Consorzi che, in attesa dei chiarimenti interpretativi, vengano immediatamente sospesi i pagamenti dei tributi calcolati sulla base dell’interpretazione più restrittiva ed onerosa per gli imprenditori agricoli".