Il tema caldo della seduta odierna del Consiglio comunale è stato sicuramente la variante urbanistica e il recupero del cantiere in via Burci, una vicenda trentennale che oggi con l’approvazione della delibera proposta da Renzi, ma presentata da Nardella a causa dell’ennesima assenza del Sindaco, potrebbe trovare finalmente una via d’uscita. Con questa decisione, infatti, si apre la strada al recupero ambientale della collina e si evita il rischio di vedere il Comune condannato ad un risarcimento di milioni di euro. Il piano di recupero (cui sono allegate la relazione geologica, la relazione paesaggistica e la valutazione integrata) prevede il riassetto complessivo dell'area, degradata a causa del cantiere abbandonato ormai da molti anni.
Per quanto riguarda gli aspetti idrogeologici, la proprietà si impegna ad attuare alcune misure tecniche di regimazione delle acque e a mantenere per 72 mesi il monitoraggio dell'area. In concreto gli appartamenti realizzati ex novo saranno 32 per una superficie utile (SUL) complessiva di circa 1.800 metri quadrati: di questi 5 alloggi saranno realizzati al piano seminterrato già edificato, mentre gli altri 27 saranno costruiti sul piano nuovo, sopra la quota dell'ultimo solaio esistente.
Con la delibera approvata oggi, inoltre, 3.056 metri quadrati di SUL avranno una destinazione non residenziale (commerciale, direzionale, di servizio etc). E’ prevista poi la realizzazione di un giardino pensile costituente verde ad uso pubblico per 1.500 metri quadrati. Nella restante parte del seminterrato saranno realizzati posti per auto (393) e moto (50) ed è prevista anche la collocazione di 20 rastrelliere per un totale di 100 posti bici. Proprio il carico urbanistico dei parcheggi e la mobilità, però, sono stati oggetto della critica del consigliere Grassi del Gruppo Spini, che oltre a lamentare il mancato coinvolgimento del comitati di cittadini della zona, “ormai riconosciuto come valido e storico stakeholder sulla vicenda”, ha affermato che la Giunta non ha fatto che cedere alle richieste dei privati ed ha inoltre abbandonato l’unica clausola prescrittiva “che poneva come necessario, prima dell'approvazione definitiva del piano di recupero, la realizzazione di un piano particolareggiato della mobilità che potesse verificare la reale sostenibilità”.
Grassi ha infine annunciato che chiederà anche anome del Gruppo "alla commissione urbanistica di occuparsi anche della pratica edilizia di via Benedetto Castelli, non perché siano coinvolti persone indagate per l'inchiesta della magistratura, ma perché si elaborino delle modifiche al PRG nel campo del Parco delle Colline, senza che come ha detto il vicesindaco Nardella, si aspetti l'approvazione del Piano Strutturale per porre fine all'abuso urbanistico delle colline fiorentine, che finora hanno portato cementificazioni, e come in Via Benedetto Castelli, anche danni al sistema geologico del territorio e dell'ambiente." “Questo atto, approvato oggi dal consiglio comunale, costituisce il presupposto per concludere una vicenda più che trentennale e sulla quale le varie amministrazioni che si sono succedute in questi anni non erano mai riuscite ad individuare una soluzione”.
Lo ha detto la presidente della commissione urbanistica Elisabetta Meucci che ha aggiunto: “Il precorso è anche in linea con le sentenze e non fa ricadere sul Comune le onerosissime conseguenze (decine di milioni di euro) di atti assunti in epoche remote”. Ornella de Zordo, di Perunaltracittà, si è chiesta invece dove sia finito il dissesto idrogeologico e ha affermato che si tratta dell'ultimo atto di speculazione edilizia che coinvolge la città: “non è ammissibile che si sventri una collina di pregio, situata in un contesto idrogeologico precario e delicato per costruire 5.000 metri cubi per abitazioni, negozi, uffici, oltre a circa 400 posti macchina.
E pensare che nella zona il Piano regolatore originario prevedeva la costruzione di una semplice villetta”. “Sulla delibera n. 756 ‘Piano di recupero del cantiere in via Burci’ l’Italia dei Valori ha votato favorevolmente, per fare in modo che lavori fermi da ben 16 anni (dalla giunta Morales) potessero avere conclusione, dopo che erano state fatte le valutazioni di affidabilità”. E’ quanto afferma il capogruppo dell’Idv Giuseppe Scola riguardo la vicenda del 'Poggetto'.
“I consiglierei dell’opposizione, intervenuti oggi nel dibattito in consiglio comunale, hanno tenuto a rimarcare come ‘l’ecomostro’ doveva essere lasciato all’incuria del tempo, ma nessuno si è premurato di avanzare proposte alternative su come portare a conclusione una vicenda nata tanti anni fa. Certo – aggiunge Scola- si chiede all’amministrazione comunale di gestire il piano di mobilità dell’area con discernimento, e che il nuovo insediamento viva il contesto urbano e non sia solo un aggravio per la popolazione residente”. di Alessandro Xenos