Lunedì 2 novembre alle 21 al Cinema Odeon - nell’ambito del secondo giorno della 50esima edizione del Festival dei Popoli (rassegna internazionale del cinema documentario) – verrà proiettato ‘Les Arbitres’, il documentario del regista belga Yves Hinant sugli arbitri di calcio. Il documentario, girato durante i Campionati Europei del 2008 in Austria e Svizzera e presentato all’ultimo festival di Locarno, è un vero e proprio reportage che segue gli arbitri minuto per minuto: dalla preparazione atletica all’ingresso in campo, dai momenti cruciali della partita fino agli spogliatoi. Il documentario - registrando tutte le conversazioni tra arbitro, guardalinee e giocatori – proietta lo spettatore direttamente sul campo di gioco, svelando le innumerevoli parole, urla e avvertimenti che il direttore di gara compie durante il match.
Il film cerca di sviscerare non solo il lato sportivo e le controversie provocate degli arbitri, ma sopratutto il loro vero e proprio lato umano. Il documentario, tra le altre cose, ci fa ascoltare le parole scambiate tra arbitro, guardalinee e quarto uomo durante il corso della partita. Al termine della proiezione si terrà un incontro per riflettere sul film e sulla figura degli arbitri di calcio oggi. Interverrà il regista Yves Hinant e alcuni arbitri internazionali presenti a Firenze per il seminario internazionale Uefa, tra cui Villar Llona, Zuev, Helsen e Wild.
Interverrà anche Paolo Tepsich, presidente Aia Firenze. La seconda giornata del Festival inizia alle 15:00 (cinema Odeon) con il Concorso cortometraggi con le anteprime italiane di Trace(s) di Yakup Girpan sulla storia del gatto di razza van, di Tam gdzie slonce sie nie spieszy di Matej Bobrík, sulla vita tranquilla di una cittadina polacca in cui l’unico centro sociale del paese è il cimitero e Notes On the Other di Sergio Oksman sull’estate a Key West in Florida in cui una folla di persone si riunisce per scegliere il sosia di Hemingway. Alle 17.00 l’omaggio ai 50 anni del Festival con un documentario d’archivio Gare du Nord di Jean Rouch.
Siamo a Parigi nei primi anni Sessanta e davanti a noi troviamo una ragazza che ha appena litigato con il suo compagno, un lungo ponte vicino alla stazione e un uomo misterioso che la vuole conquistare. Segue la prima mondiale di Depuis Tel Aviv di Naruna Kaplan de Macedo in cui una donna alla ricerca della propria identità torna in Israele, sua terra d’origine, al seguito dell’uomo che ama. Il film racconta il suo percorso intimo, le sue domande e il suo sguardo di fronte ad una realtà che ha sempre vissuto da lontano.
Riflettori sugli Stati Uniti alle 19.00 con la proiezione in anteprima nazionale di October Country di Michael Palmieri e Donal Mosher sugli incubi di un padre sopravvissuto alla guerra sulla storia di un uomo segnato giovanissimo dalla guerra. Allo Spazio Uno, alle ore 20:00, la prima italiana di Santiago tiene una pena di Diego Riquelme Davidson e Felipe Orellana Peña, un ritratto collettivo della città di Santiago del Cile e della sua cultura. Segue Le mystère Koumiko di Chris Marker. Il film si svolge durante le olimpiadi del 1964, nello stadio di atletica di Tokyo.
Lo sguardo di Marker inizia seguire una ragazza del pubblico, Koumiko. Intorno a lei c’è il Giappone, i suoi rituali e i suoi colori. Alle 21:45 la prima serata prosegue con la prima mondiale di Zanzibar Musical Club di Philippe Gasnier e Patrice Nezan. Un film di viaggio, in cui non sono tanto i luoghi a cambiare quanto le musiche che attraversano il Musical Club di Zanzibar. Qui si riuniscono uomini e donne uniti dalla passione per una musica antica le cui radici affondano nella cultura indiana, araba, europea e africana.
La giornata inizia alle 10:30 con la sezione dedicata alla caduta del muro di Berlino e la proiezione di Kinder. Wie die zeit verghe di Thomas Heise, conclusione della trilogia di Halle-Neustadt. Segue, alle 15.30, la replica di Grandi Speranze di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti e, alle 17:30, dell’anteprima mondiale Vivre Ici di Mohamed Zran.