Ammonta a 5 miliardi di euro all'anno il mercato regionale degli appalti pubblici, di cui 4,5 miliardi direttamente riferibili alla pubblica amministrazione toscana: una cifra molto consistente che dà la misura di quelli che possono essere gli interessi della criminalità organizzata in Toscana. E proprio l'esigenza di fermare ogni eventuale infiltrazione è uno degli obiettivi della legge regionale sugli appalti pubblici, che ora potrà tradursi anche in un'intensificazione dei controlli. Questo il tema affrontato oggi, nella prima giornata del convegno “Appalti, come fermare le infiltrazioni mafiose” in svolgimento a Palazzo Strozzi Sacrati.
"Indubbiamente la Toscana è una regione appetibile per le grandi organizzazioni criminali, che negli appalti pubblici possono reinvestire il denaro sporco, ma grazie anche alla nostra legge oggi abbiamo prodotto adeguati anticorpi – ha spiegato il vicepresidente Federico Gelli –. È necessario che sia garantita la solidità economica e la serietà delle imprese che vincono gli appalti e questo è nell'interesse delle amministrazioni, ma anche delle imprese oneste, che non potranno mai fare le stesse offerte di un'azienda di mafia". Le nuove disposizioni toscane prevedono, tra le altre cose, l'effettuazione sistematica di controlli sul subappalto e sulle modalità del suo svolgimento e, più in genere, la limitazione dell'istituto stesso del subappalto.
"Questo nella convinzione che è soprattutto attraverso il subappalto che la mafia riesce a infiltrarsi nei lavori pubblici – sottolinea Gelli –. Ma questa precauzione si inserisce in un quadro di impegno complessivo per la creazione di sinergie in fase di vigilanza e di potenziamento dei controlli. Sono convinto che regole chiare e controlli pot ranno consentire alle imprese più sane e virtuose di aggiudicarsi appalti. E questo sarà un vantaggio anche per l'economia toscana, visto che le nostre imprese troppo spesso sono battute dalla concorrenza di imprese provenienti da altre regioni e a volte meno rispettose della legalità". In effetti solo il 40% del valore degli appalti pubblici viene aggiudicato da imprese che hanno sede in Toscana.
di Paolo Ciampi