Un dramma di memoria, dove "il mondo è rischiarato dai lampi", un sogno ripercorso con lo sguardo della veglia. C’è una crisi economica, per molti aspetti simile a quella attuale. C’è una madre ancora bella che vive nel ricordo di quando giovane e ricca risiedeva in una piantagione e tutto sembrava sorriderle; una figlia malinconica, ritiratasi anch'essa dal presente, che se ne sta reclusa, circondata da tanti animaletti di vetro, lo zoo del titolo; e suo fratello - al quale è legata da invisibile affetto - che lavora in un magazzino e cerca nella poesia e nel cinema due possibili vie di fuga da un'esistenza "senza scosse né avventure". E' una lettura surreale e grottesca, questa dei Blukòra, di un'opera altamente simbolica.
Fragilità, nostalgia, speranza, e altri fantasmi dell'anima che turbano la vita dalla sgangherata famiglia Wingfield: Laura, con il suo quasi impercettibile zoppicare; la madre Amanda, carattere e passo energici ed entranti; il figlio Tom, dalle movenze goffe e l'anima di un albatros baudelairiano... fino all'arrivo del "pretendente" Jim, postura atletica e pose da piazzista televisivo, che romperà il loro isolamento. Conflitti di amore e odio al centro di un dramma di profonda emozione e poesia, dove l'incalzare di eventi e dialoghi non manca di suscitare sorrisi e amare risate, fra le tante parole non dette a cui gli sguardi dei protagonisti alludono.
L'opera, scritta da Tennessee Williams (autore dei celebri "La gatta sul tetto che scotta" e "Un tram chiamato desiderio") nel ’44, ma ambientata alla fine degli anni ’30, segnalò il suo autore come una delle voci più autentiche e personali del teatro del suo tempo, ed è ormai un classico della letteratura americana. Con: Marica Corso, Giovanni Colacicchi, Veronica Fardella, Emanuele Capoano. Bigletti: interi 10 euro; studenti 8 euro.