Il fatto che un’opera d’arte venga donata, anche a costo zero, al Comune, non può essere un criterio per accettarla o per stabilirne l’inserimento in uno spazio pubblico. Anzi, le decisioni relative alla collocazione di un’opera d’arte in città potranno essere prese anche con il coinvolgimento dei residenti. Sono alcune delle ‘linee guida’ cui sta lavorando la commissione degli esperti voluta dall’assessore alla cultura Giuliano da Empoli per dirimere la questione delle opere d’arte da accettare o collocare a Firenze. Presidente della commissione è il curatore d'arte di fama internazionale Francesco Bonami, affiancato da Alberto Salvadori, direttore artistico del museo Marino Marini, e da Franziska Nori, direttrice del Centro di cultura contemporanea Strozzina.
L’organo si è insediato la scorsa settimana e ha appunto cominciato a lavorare in merito ai criteri generali per accettare o meno un’opera d’arte. Secondo la commissione, per essere accettate le opere devono essere selezionate in relazione al legame con il contesto urbano, sociale e architettonico. Gli artisti, con una precisa identità e riconoscimento professionale, verranno selezionati in base alla loro collocazione in un ranking internazionale, in un sistema stabile e codificato di musei e mostre di alto livello.
Una volta ricevuto un dono, in ogni caso per l’amministrazione sarà possibile farne quello che ritiene opportuno. La commissione suggerisce poi che il Comune monitori le opere già presenti in spazi pubblici e il loro stato di conservazione: un’occasione di presa di coscienza di tutto ciò di artistico che occupa gli spazi urbani. L’organo ha anche preso in esame la scultura "Two rivers" dell’americano Greg Wyatt, attualmente esposta in piazza Signoria nell’ambito di una mostra.
La commissione ha rilevato che la destinazione originariamente suggerita, piazza Poggi, “non presenta un contesto rilevante né coerente con il contenuto dell’opera né ha lo spazio sufficiente per ospitarla”. (edl)