Le critiche in seno alla giunta comunale, con le dichiarazioni dell’assessore alla cultura che ha espresso un giudizio negativo sull’opera, hanno per così dire anticipato la vis polemica dei cittadini fiorentini che non mancheranno, quasi sicuramente, di esprimersi sulla statua “Two Rivers”. Prima di procedere, però, a strumentali prese di posizione occorre sottolineare come Greg Wyatt sia un importante scultore che ha un’ottima considerazione da parte della critica internazionale che evidenziandone la formazione classica, indica l’artista come capofila nella corrente “neo realistica americana”.
Visitando la mostra allestita nella sala d’Arme di Palazzo Vecchio, dove sono esposte numerose sculture di piccola e media dimensione, si rileva, soprattutto un certo eclettismo che rivisita aspetti importanti non solo della scultura rinascimentale e manierista, ma anche di quella ottocentesca e novecentesca. Per quanto riguarda “Two Rivers” che sembra essere il motivo del contendere, una volta considerato che la collocazione, provvisoria, in Piazza della Signoria, ci sembra ben contestualizzata, dobbiamo rilevare le qualità dell’opera.
Dedicata ai due fiumi Arno e Hudson, che simboleggiano l’incontro tra le culture e in qualche modo la discendenza dell’arte americana dalla cultura europea, la statua ci sembra opera ben riuscita. Con una particolare attenzione al “Ratto delle Sabine” del Giambologna Wyatt attraverso l’uso di un linguaggio espressionista costruisce un’opera di rara suggestione, che ha evidenti riferimenti, oltre che alla cultura fiorentina, anche alla scultura francese di Bourdelle e Rodin. Un’opera che forse farà discutere i difensori più oltranzisti della tradizione ma che sarà accolta con interesse da chi è più attento alle ricerche artistiche contemporanee. Alessandro Lazzeri