di Nicola Novelli Una terra in movimento fra tradizione e cambiamento, un patrimonio antropologico che guarda al mondo dell'economia e alterna orgoglio del proprio passato e voglia di rinnovarsi e competere sui mercati globalizzati. E' questa l'immagine che trasmette Montalcino, scenario ieri sera al teatro degli Astrusi, del premio “Casato Prime Donne” 2009, assegnato quest'anno a Ilaria Capua, medico-veterinario dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie [nelle foto di Miriam Curatolo, relative alla premiazione e alla cena d'onore]. Giovane e bella, esempio di nuova femminilità, la ricercatrice italiana è balzata alla ribalta internazionale per l’identificazione del codice genetico del virus dell’aviaria e più recentemente dell’A/H1N1, responsabile dell’influenza dei suini, ma soprattutto per aver rotto gli schemi sull’accessibilità dei dati scientifici in favore di un più rapido intervento sulla salute pubblica. Il Casato Prime Donne della famiglia Cinelli Colombini è la prima cantina con un organico di sole donne.
L'azienda agricola, che gestisce tenute a Montalcino e Trequanda, organizza il premio che porta il suo nome e che ogni anno valorizza quanti studiano, fotografano oppure divulgano il territorio di Montalcino. La giornata del premio è iniziata nel pomeriggio al Casato Prime Donne che è ormai una mostra permanente del Premio. Le “Prime Donne” a cui ogni anno viene assegnato il premio più importante, lasciano nei vigneti del Casato Prime Donne una dedica scritta su cippi di travertino.
Le dediche, poste lungo un percorso meditativo-sportivo, sono accompagnate dalle opere di giovani artisti. L’istallazione 2009 è costituita dalle “Pietre parlanti” di Jeff Shapiro, scrittore statunitense residente a Siena che ha creato un lastricato che dialoga con chi ci cammina sopra. Inizia con un invito “See what’s growing”, “See in order to grow”, continua con una sollecitazione “Do you see? ” e si conclude con un monito “And are you growing?” Il percorso d’autore con le dediche delle vincitrici del premio Casato Prime Donne e le sette opere d’arte che l’accompagnano va ricondotto alla “Landscape art”, corrente culturale che combina paesaggio e arte con lo scopo di dare un nuovo significato ai luoghi. La premiazione al Teatro degli Astrusi e la successiva cena in onore dei premiati alla Fattoria del Colle di Trequanda sono stati l'occasione per una riflessione esperta sul futuro del territorio.
Seguire la tradizione produttiva del Brunello? Oppure affiancare al disciplinare una produzione innovativa che sappia incontrare il gusto del mercato riformando l'indicazione tipica delle Uve Sangiovese? E come comunicare la qualità enogastronomica e il patrimonio paesaggistico-ambientale nell'era di internet? A queste domande hanno provato a dare una risposta i premiati, tra gli altri Christian Eder della rivista tedesca Vinum, Eleonora Guerini del Gambero Rosso, Walter Daviddi del Tgr regionale della Toscana. Montalcino è una terra di successo, forse la capitale del vino italiano.
Le sue strade pullulano di enoteche gremite di appassionati giunti da tutto il mondo. Eppure la sua gente non smette di interrogarsi sul proprio destino economico, sulla propria dimensione culturale. E i successi di oggi non sono punto di arrivo, ma di partenza per nuovi traguardi. Un tempo, ricordano Luigi Verrini e Mauro Rosati, premiati per l’Atlante di Qualivita 2009, Montalcino era il comune più povero della provincia di Siena e oggi concorre per il 14% al suo Prodotto interno lordo. Ecco che il Premio istituito dall'azienda agricola guidata da Donatella Cinelli Colombini, diventa un'annuale occasione di confronto con esperti internazionali che portano a Montalcino la propria competenza, insieme alla passione per questa terra che nessuno può mai dimenticare.