“Firenze Scienza” è il titolo unificante di una spettacolare rassegna di carattere scientifico articolata in quattro diverse esposizioni che saranno inaugurate tra la fine di ottobre e i primi di novembre. Una (pitture, sculture, eccetera) sarà allestita a Palazzo Medici Riccardi. Tre in altrettante celebri istituzioni del centro storico, dove si custodiscono le collezioni scientifiche più ricche e importanti d’Europa: Museo di Storia della Scienza - futuro Museo Galileo, Museo di Storia Naturale La Specola, Gabinetto di Fisica della Fondazione di Scienza e Tecnica.. L’iniziativa fa parte del ciclo “Piccoli Grandi Musei” ed è prodotta dall’Ente Cassa di Risparmio.
Ne ha dato notizia oggi in anteprima il direttore Antonio Gherdovich con gli assessori alla Cultura Paolo Cocchi (Regione) e Giuliano Da Empoli (Comune), il presidente della Provincia Andrea Barducci, la soprintendente al Polo Museale Fiorentino Cristina Acidini, il coordinatore del comitato scientifico Paolo Galluzzi, il presidente del Museo di Storia Naturale Giovanni Pratesi e il direttore della Fondazione di Scienza e Tecnica Guido Gori, la coordinatrice Mara Miniati. Con questa rassegna l’Ente Cassa di Risparmio intende valorizzare gli eccezionali musei scientifici di Firenze (sono circa 20) con un orientamento particolare rivolto ai giovani.
Dedicati alle scuole, sono appunto in fase di organizzazione numerosi programmi di carattere didattico. Il percorso espositivo (la mostra di Palazzo Medici Riccardi si apre il 1 novembre, i musei l’8 novembre) presenta migliaia di oggetti, strumenti, reperti, oltre a dipinti, disegni, sculture di particolare valore e rarità. Lo scopo è di rievocare la straordinaria stagione pre-unitaria in cui Firenze fu la capitale intellettuale d’Italia e uno dei centri europei del sapere scientifico, la città dove videro la luce, tra gli altri, il primo telegrafo, la prima telescrivente, i primi esperimenti sul telefono, perfino il primo motore a scoppio. Negli anni successivi alla prima rivoluzione industriale e all’epopea napoleonica, ovvero nella prima metà dell’Ottocento, lo sviluppo tecnologico e l’interesse per la scienza influenzarono in profondità la società italiana ed europea, con progressi senza precedenti in ogni campo della scienza, dalla matematica alla fisica, dalla chimica alla biologia. Alimentata dalla sensibilità illuminista per la scienza utile, la tradizione galileiana divenne strumento di progresso senza avventure (sociale, economico, culturale) e fu coltivata con particolare lungimiranza, ma anche con avveduta prudenza, dai Lorena granduchi di Toscana e dalle classi dirigenti.
Grazie a Ferdinando III e Leopoldo II, nella Toscana felix di quegli anni si affermarono personalità come Vincenzo Antinori e vi si stabilirono astronomi di fama come Jean Louis Pons e Giovan Battista Amici, fisici come Leopoldo Nobili, botanici come Filippo Parlatore. In Toscana si svolsero anche i primi Congressi degli scienziati Italiani che fornirono, tra l’altro, importanti contributi alla causa risorgimentale. A Firenze, dove nel 1841 fu realizzata alla Specola la Tribuna di Galileo, si svilupparono l’Accademia dei Georgofili e l’Osservatorio Ximeniano (fondati nel 1753), nacquero il Gabinetto Vieusseux (1820) e l’Istituto Tecnico Toscano (1850).
Il 1848 vide invece l’inaugurazione della ferrovia Firenze – Livorno con la stazione Leopolda e della Firenze-Prato-Pistoia con la stazione dedicata alla granduchessa Maria Antonia. Prodotto di quel clima sociale e culturale, risale al 1829 la stessa fondazione della Cassa di Risparmio di Firenze, che nel 2009 celebra dunque i 180 anni di attività. Uno dei padri fondatori, Cosimo Ridolfi, fu peraltro attivissimo anche nella promozione di studi e attività scientifiche, tra l’altro con la creazione dell’Istituto Agrario (1834), il primo in Italia. Ciascuna con le proprie competenze, le quattro mostre di “Firenze Scienza” propongono un viaggio affascinante in questo passato prossimo ricco di scoperte e di promesse, focalizzato in particolare sui tre decenni che intercorrono tra la fondazione della banca e il 1859, anno in cui i Lorena abbandonarono la Toscana.