dei senatori Donatella Poretti e Marco Perduca, Radicali - Pd Ben vengano le sollecitazioni e le richieste che la Regione Toscana sta portando avanti nei confronti del Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) e del Ministero della Giustizia sul fronte carceri, ma intanto potrebbe -e dovrebbe- "darsi una mossa" istituendo il garante regionale dei detenuti visto che sarebbe di propria competenza. Con l'associazione radicale fiorentina Andrea Tamburi ed il suo segretario Giancarlo Scheggi, abbiamo piu' volte chiesto al presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, che prima del termine della legislatura venisse approvata la legge e istituita la figura del garante.
Ma a parte un gioco di rimpallo da un assessore ad un altro, una sorta di fastidioso scaricabarile, non siamo riusciti ad ottenere nulla. Non siamo cosi' ingenui da credere che un garante regionale possa risolvere l'illegalita' del nostro sistema penitenziario, il sovraffollamento, la carenza d'organico e la fatiscenza delle strutture, ma certo sarebbe un atto dovuto di civilta' da parte di quella terra -la Toscana- che per prima in Italia ha abolito la pena di morte. Questa figura, sia pure con denominazioni diverse, e' ormai presente in quasi tutti gli Stati europei, in Italia non esiste un garante nazionale, ma esistono regionali, provinciali e comunali le cui funzioni sono definite dai relativi atti istitutivi. Ricordiamo che esiste a Firenze nella persona di Franco Corleone il garante comunale che tuttavia, ad esempio, non puo' spostarsi di pochi chilometri e seguire le situazioni ne' del carcere di Prato, ne' dell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo in quanto fuori dal territorio di propria competenza. Su questo fronte la Regione Toscana avrebbe potuto da tempo seguire l'esempio di Sicilia, Lazio e Campania, o Lombardia e Marche con le competenze date al difensore civico regionale, mentre altre regioni come Puglia e Umbria, dopo la legge che ha istituito il Garante sono purtroppo ancora in attesa della nomina da oltre tre anni.
I garanti ricevono segnalazioni sul mancato rispetto della normativa penitenziaria, sui diritti dei detenuti eventualmente violati o parzialmente attuati e si rivolgono all'autorita' competente per chiedere chiarimenti o spiegazioni, sollecitando gli adempimenti o le azioni necessarie. I garanti possono effettuare colloqui con i detenuti e possono visitare gli istituti penitenziari senza autorizzazione.