Firenze- Scoppiano le carceri toscane, una situazione al limite del tracollo che richiede decisioni tempestive per scongiurare conseguenze non controllabili. La Regione, attraverso una lettera a doppia firma degli assessori al sociale Gianni Salvadori e al diritto alla salute Enrico Rossi, indirizzata al Provveditore Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria e al Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, al Ministro Angelo Alfano e a tutti i rappresentanti di enti ed istituzioni coinvolti, sollecita un incontro urgente per individuare soluzioni ormai non più derogabili. Nella lettera i due assessori si dichiarano «estremamente preoccupati per la gravissima situazione di sovraffollamento e dalle conseguenti condizioni di vita inaccettabili e disumane sia per i detenuti che per lo stesso personale penitenziario».
Criticano le decisioni finora assunte dal governo giudicando il Piano Carceri inadeguato «perchè non supportato dalle necessarie risorse economiche e perché per la realizzazione occorrono tempi lunghi, mentre il disagio è attualissimo, come hanno potuto constatare tanti parlamentari e consiglieri regionali nelle scorse settimane». Secondo i due componenti della giunta regionale «occorrerebbe rivalutare l'efficacia dell’utilizzo massiccio della carcerizzazione come risposta prevalente per il controllo della devianza sociale e dell’immigrazione clandestina.
Anche alla luce dei recenti provvedimenti in materia, primo fra tutti il decreto sicurezza». Gli assessori, nella situazione drammatica che si è delineata, richiamano quindi l'attenzione sulla necessità «di prendere misure urgenti per salvaguardare la salute e la sicurezza di chi è ospitato e di chi ci lavora». La lettera prosegue ricordando che «la Regione Toscana si è già da tempo dotata di una Cabina di Regia Intersettoriale per le politiche e le Tecniche in ambito Carcerario, e che presto, anche in base alla disponibilità del ministero, verrà firmato un protocollo d'intesa con l’Amministrazione Penitenziaria ed il Centro di Giustizia Minorile per riordinare tutta una serie di protocolli ed accordi già esistenti o in via di attivazione (studio, cultura, lavoro, agricoltura sociale diffusa, ed altro ancora).
Senza dimenticare poi l’aggiornamento del Protocollo per la Tutela della salute dei detenuti ed internati in Ospedale psichiatrico giudiziario, dopo il transito della specifica competenza al Servizio Sanitario Regionale». A conclusione gli assessori chiedono «un incontro in tempi brevi con la pronta attivazione di un Tavolo Regionale di Monitoraggio Interistituzionale della situazione emergente negli Istituti Penitenziari toscani che sia in grado anche di valutare possib ili soluzioni alternative da sottoporre all’attenzione del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria direttamente competenti».
Secondo i dati messi a disposizione dalla Fondazione Michelucci, aggiornati al 30 giugno scorso, nelle 16 strutture attualmente funzionanti in Toscana sono ospitate 4217 persone a fronte di una capienza regolamentare di 3037 posti ed una tollerabile di 4206. Le situazioni più complicate a Sollicciano (950 le presenze a fronte di una capienza regolamentare di 483 posti ed una tollerabile di 785), Pisa (415 presenze, 205 regolamentare, 313 tollerabile) e Pistoia (141 presenze, 64 regolamentare, 118 tollerabile).
Al limite anche Livorno, Lucca, Massa, Prato e San Gimignano. Gli uomini reclusi sono 4043, le donne 174. La presenza straniera media è del 50% con i picchi a Sollicciano (62%), Pisa (61%), Arezzo (60%), Lucca (58%) e Prato (57%). di Federico Taverniti