Continua la protesta dei detenuti nel carcere fiorentino di Sollicciano contro il sovraffollamento cominciata il 18 agosto scorso. I detenuti hanno iniziato a battere oggetti sulle sbarre delle celle in segno di protesta per denunciare le condizioni nelle quali sono costretti a vivere quotidianamente. Il Garante dei diritti dei detenuti del Comune di Firenze si è recato ieri nell'istituto penitenziario per fare il punto della situazione: ‘’Presenti 955 detenuti a fronte di una capienza di 500 posti’’.
Sempre a Solliciano oggi un detenuto marocchino si è cucito la bocca per protesta contro il mancato rimpatrio. Così facendo, ha ottenuto quanto per legge gli spettava e adesso ha cominciato le pratiche per tornare nel suo paese d'origine. Infine, gravi disordini anche a Pisa, dove circa 200 detenuti hanno appiccato ieri sera il fuoco a cuscini e stracci, lanciato bottiglie e bombole del gas ed escrementi nei corridoi per protestare contro l'assenza di acqua. "La critica situazione del carcere di Sollicciano deve essere affrontata da più punti di vista -interviene Massimo Lensi, Consigliere provinciale del gruppo PdL- Il sovraffollamento, le precarie condizioni di vivibilità, le condizioni igieniche, il vitto sono problemi che nella continuità di una condizione ristretta si trasformano in cause di instabilità, pericolose per tutta la comunità penitenziaria.
Innanzitutto, si deve meglio organizzare il rapporto tra il carcere e le istituzioni locali. Regione, Provincia e Comune devono immediatamente attivarsi in coordinamento con la direzione di Sollicciano per affrontare i punti dell’emergenza. Molte questioni, infatti, che oggi appaiono critiche, potrebbero essere risolte grazie ad un impegno costante nel tempo da parte degli enti locali. Il vitto, le misure per una migliore e funzionale socialità interna, i corsi di formazione al lavoro, sono tutti ambiti in cui gli enti locali potrebbero significativamente intervenire con uno sforzo comune.
Il rapporto del carcere con il territorio è, infatti, inevitabile e con esso il senso di responsabilità di chi è chiamato ad amministrarlo. Il carcere di Sollicciano rischia di collassare per il sovraffollamento, la carenza di organico, ma anche per il preconcetto che il carcere è una terra di nessuno, fuori dalla società e dal mondo circostante. Un grave errore. "Non fatemi vedere i vostri palazzi ma le vostre carceri - scriveva Voltaire - poiché è da essi che si misura il grado di civiltà di una nazione”.
Da parte mia assicuro l’impegno di portare l’attenzione sul carcere di Sollicciano all’interno della Commissione lavoro e politiche sociali della Provincia".