Si è appena conclusa a Hiroshima e Nagasaki la settima conferenza mondiale di Mayors for Peace, e il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, è stato nominato vice presidente dell’esecutivo. In questo modo è stato confermato il ruolo primario dell’Italia nell’area del Mediterraneo, il “grande lago” di cui parlava Giorgio La Pira. "Siamo la Obamajority - ha proclamato il presidente di MfP e sindaco della città di Hiroshima Tadatoshi Akiba - siamo la grande maggioranza nel mondo e chiediamo agli altri di unirsi a noi per eliminare tutte le armi nucleari entro il 2020". Un obiettivo ambizioso che può contare sul nuovo, dimostrato impegno del presidente statunitense che a Praga nei mesi scorsi ha avviato il dialogo per il disarmo.
Secondo Akiba, gli Stati Uniti, l'unico Paese ad aver usato l’arma atomica, hanno "l'obbligo morale" di guidare il movimento per l'abolizione degli arsenali nucleari, "volontà non solo degli hibakusha, i sopravvissuti alle esplosioni di Hiroshima e Nagasaki, ma della maggior parte dei popoli e delle Nazioni della Terra". “Con un serrato dibattito sull’adesione a questo obiettivo, ormai noto con il termine, già fatto proprio dai media internazionali, di Obamajority” - ha detto Susanna Agostini presidente della commissione Pace, che ha rappresentato Firenze in Giappone – “si sono avviati i lavori della sessione 2009 di MfP”. Alle cerimonie svoltesi nelle due città martiri il 6 e il 9 agosto, nei parchi dove si trovano i mausolei eretti intorno ai rispettivi “punto zero” delle esplosioni, si sono raccolte decine di migliaia di persone.
Un incremento delle presenze istituzionali, alle convocazioni plenarie, ha segnato la crescita dell’organizzazione Mayors for Peace. L’inviato dell’Onu e delle principali Ong internazionali. Oltre 200 i sindaci presenti, molti in rappresentanza di nuove adesioni, in particolare dall’Africa e dall’Asia. Numerosa la presenza di sindaci iracheni che già dal 2006 hanno aderito a MfP per l’impegno del Comune di Firenze e della missione promossa dall’associazione International Peace Bureau–Italia.
Negli incontri, dove è stato discusso e votato il documento finale prodotto dall’esecutivo, il dibattito è stato alto, percorso dalle differenti anime politiche che attraversano il pensiero pacifista, ma riprendendo le parole con le quali il presidente Tadatoshi Akiba ha concluso i lavori alla conferenza stampa dell’11 agosto, “la nostra è stata come un’orchestra. Ciascuno ha suonato uno strumento diverso, chi il tamburo, chi il violino, chi il piano. Ma alla fine ci siamo riusciti, abbiamo trovato la nostra linea unanime.
Questo significa che noi possiamo. I sindaci possono cambiare lo stato delle cose”. “Il nostro lavoro - ha concluso Susanna Agostini – sarà posto ora all’attenzione del sindaco e del Consiglio comunale attraverso l’attività della commissione Pace e Relazioni Internazionali. Un prossimo appuntamento, a fine anno, per fare il punto con le città spagnole, francesi e croate facenti parte dell’esecutivo MfP, sulla formazione di un 'Gruppo del Mediterraneo'. In questo contesto si inserisce l’opportunità di promuovere un 'Premio Giorgio La Pira'”.
(lb)