Circa 1.300 euro di incasso, pari a 670 titoli di viaggio venduti (524 biglietti di corsa semplice e 146 da quattro corse) e 81 verbali di sanzione: sono i numeri dei primi quattro giorni della campagna "No Ticket NON Parti", l’iniziativa di “prefiltraggio” a terra e prevenzione dell’evasione varata da Ataf mercoledì della scorsa settimana. Oltre 70 volontari (impiegati, quadri e dirigenti dell’azienda di trasporto pubblico) hanno presidiato le fermate più frequentate della rete, controllando preventivamente migliaia di passeggeri in attesa e vendendo i biglietti a chi ne era sprovvisto, prima che salisse sul bus.
Un’operazione voluta da Ataf principalmente per il suo contenuto etico, ma dagli importanti risvolti commerciali: “Il fatto che un passeggero sappia che chi gli siede accanto sul bus ha pagato il biglietto come lui è una questione di civiltà – ha detto il presidente di Ataf, Filippo Bonaccorsi – ma, procedendo a questi ritmi, riusciremo ad ottenere anche un buon risultato economico, incrementando le vendite di circa il 2%”. "No Ticket NON parti" è solo il primo passo della massiccia campagna antievasione alla quale Ataf sta lavorando: da settembre i verificatori diventeranno 60 (oggi sono 24), allineando così agli standard delle maggiori città europee il numero di dipendenti impegnati nei controlli in rapporto al parco mezzi e ai chilometri percorsi. “Firenze non può assolutamente figurare in fondo alla classica europea del trasporto pubblico”, ha aggiunto Bonaccorsi.
“E’ iniziata la rivoluzione copernicana dell’Ataf: mettere al centro dell’organizzazione del servizio le esigenze dei cittadini che prendono il bus. La prima di queste esigenze è non sentirsi più beffati da chi viaggia accanto a noi senza aver pagato”.