Il caso dei passeggeri molesti

Giocoli (PdL) scrive a Repubblica, ma per il gruppo consiliare perUnaltracittà sono "Dichiarazioni razziste e pericolose. Necessario alzare la guardia". "No a distinzioni di razza" anche il capogruppo del Pd Bonifazi interviene

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 luglio 2009 21:44
Il caso dei passeggeri molesti

Firenze, 23 luglio 2009– Ieri la consigliera comunale del Pdl scrive al presidente dell'Ataf per chiedere di intervenire sulle linee 29, 30 e 35 contro 'le donne rom che puzzano', 'i cinesi che sputano', 'gli extracomunitari che ingombrano con i loro borsoni'. La vice capogruppo chiarisce oggi la "sua posizione in merito alla questione dei passeggeri 'molesti' sui bus". Questo il testo della lettera inviata al caporedattore di Repubblica dal consigliere comunale Bianca Maria Giocoli: "Egregio dottor Pietro Jozzelli, Scrivo la presente ai sensi dell’art.8 legge 8 febbraio 1948 n.47 e dei principi contenuti nella Carta dei doveri dei giornalisti , per richiederle di provvedere alla correzione dell’articolo pubblicato su Repubblica in data odierna e in particolare laddove sono stati attribuiti alla sottoscritta atti o pensieri o affermazioni contrari a verità e in particolare: 1) non corrisponde al vero il fatto che avrei scritto una lettera al Presidente Ataf in quanto ho fatto attraverso l’ufficio stampa del Comune di Firenze un normale comunicato; 2) il titolo I rom puzzano e fanno pipi’ sul bus risulta, visto il virgolettato e vista anche la foto sottostante ,attribuito alla sottoscritta; Se Lei ha la gentilezza di leggere il comunicato vedrà che non ho detto che i rom puzzano ma ho fatto riferimento a circostanze che sono state raccontate non solo a me ,ma anche alla giornalista Poli dalla mia collega di studio che tutte le mattine prende i bus citati –.Nè tantomeno ho scritto la frase riportata nell’articolo puibblicato nella parte nazionale e virgolettata .”e tutti sono sudici e puzzano “; 3) infatti su richiesta della giornalista Simona Poli ho precisato che avevo avuto diverse segnalazioni su quanto accade giornalmente su quelle linee (circostanze ben presenti a Ataf che infatti non smentisce ) e in particolare quelle della mia collega di studio di cui ho fornito il numero di telefono e con la quale la signora Poli ha poi parlato; 4) se quindi le affermazioni fatte dalla persona interessata sono quelle riportate nel suddetto articolo non dovevano in alcun modo essere attribuite alla sottoscritta la quale come consigliere comunale ha il compito di raccogliere le segnalazioni che provengono dai cittadini e provvedere in modo che i problemi possano essere risolti; 5) la riprova di tale errore (??) si ha leggendo l’editoriale di oggi da cui si evince che quantomeno Lei non abbia nemmeno letto l’articolo della sig.ra Poli altrimenti non avrebbe attribuito a me le affermazioni su cui Lei disquisisce. Ad ogni buon conto, per sua opportuna conoscenza Le ribadisco quanto già detto sul fatto di non essere razzista ma di essere intollerante, questo si ,contro chi abusa a discapito della collettività per comportarsi in modo incivile.

In questo particolare caso , farò presente al collega Avv.Bonaccorsi di essere disponibile a effettuare tutti quei sopralluoghi che riterrà necessari su dette linee e chiedero’ un rapporto dettagliato sui controlli /verifiche dei biglietti fatti su dette linee negli ultimi anni. Quello che sollecitavo nel predetto comunicato ,al di la’ dei buoni propositi di Bonaccorsi per contrastare l’evasione, è la puntuale verifica del pagamento del biglietto:questo si indipendentemente dalla etnia di appartenenza al fine di non creare disparità di trattamento fra i cittadini che pagano il biglietto e tutti gli altri.

Se comportamenti incivili vi sono da parte di altoatesini o siciliani o fiorentini la mia protesta sarebbe stata uguale ma, mi dispiace contraddirla, i numeri le danno torto". “Mi auguro che quanto appreso dai giornali in merito ai comportamenti dei rom e cinesi sugli autobus non corrisponda ai veri contenuti della dichiarazione della collega Bianca Maria Giocoli. Compiere distinzioni assolute di razza e in base a queste fare classificazioni e stabilire chi abbia diritto o no di salire su un autobus va contro i più elementari principi democratici e di convivenza civile”.

E’ quanto afferma il capogruppo del Pd in consiglio comunale Francesco Bonifazi che aggiunge: “L’unica distinzione da fare è quella fra chi è in regola e fa il biglietto e chi invece utilizza un mezzo pubblico senza contribuire ai costi della sua erogazione. Esiste un problema in ordine alla pulizia e al decoro di un autobus e questo è un fatto importante del quale tenere conto e sul quale dobbiamo agire e fare fronte immediatamente. Sono stufo di una rappresentazione di Firenze che non corrisponde alla verità.

Dei problemi che esistono – ha aggiunto il capogruppo Bonifazi- siamo al corrente e in grado di affrontarli, ma non accetto che la città venga raccontata come un territorio di scorribande e delinquenza diffusa”. «Le parole della consigliera Bianca Maria Giocoli sugli stranieri che utilizzano gli autobus fiorentini appartengono ad un'altra epoca, in particolare agli anni Trenta del secolo scorso, quando nell'Europa fascista montava una cultura xenofoba troppo a lungo tollerata». Lo ha dichiarato Ornella De Zordo, capogruppo di perUnaltracittà, commentando il comunicato stampa in cui la consigliera Pdl aveva inaccettabilmente generalizzato sui comportamenti di cinesi e rom, portatori di "sudicio e di bacilli". «Si tratta di dichiarazioni incredibili, razziste, fuori dalla realtà in qualsiasi paese civile.

Parole che hanno la caratteristica di essere molto pericolose, nel momento in cui l'Italia è governata da quello stesso Partito della Libertà che ha appena approvato un pacchetto sicurezza stigmatizzato dalla stessa Unione Europea. E' necessario pertanto contrastare con forza questa deriva securitaria e demagogica», ha concluso De Zordo. “I comportamenti incivili di singoli non autorizzano a fare generalizzazioni sbagliate e offensive nei confronti di tutti gli stranieri”. L’assessore alle politiche sociosanitarie Stefania Saccardi interviene sulla polemica riportata oggi da un quotidiano cittadino in merito ai passeggeri ritenuti molesti sui bus.

“L’Ataf svolge un servizio pubblico e le persone che salgono obliterando il biglietto e rispettando le condizioni di trasporto (comprese quelle igieniche) hanno tutto il diritto di stare sull’autobus. Da parte nostra siamo tenuti ad intervenire là dove comportamenti di singoli possano creare situazioni problematiche sia dal punto di vista dell’incolumità e della sicurezza sia da quello più strettamente legale”. “Ma questo – precisa l’assessore Saccardi – non autorizza nessuno, a maggior ragione una rappresentante delle istituzioni come un consigliere comunale che, peraltro, riferisce episodi raccontati da altri, a sparare nel mucchio.

Siamo di fronte a una generalizzazione inaccettabile: non tutti i cinesi, o i rom, o gli extracomunitari hanno comportamenti incivili o fastidiosi per gli altri viaggiatori. Chi viola le regole, sia rom, cinese o italiano, deve essere perseguito e sanzionato. Per il resto, deve valere il principio del rispetto delle persone, indipendentemente dalla loro nazionalità o etnia. Altrimenti il rimedio può diventare peggiore del male” conclude l’assessore. “Siamo ancora una volta di fronte a generalizzazioni sbagliate e fuori luogo.

Anche a Firenze, il Pdl, come in Parlamento, non riesce a elaborare una visione del tema immigrazione diversa e meno semplicistica di quanto faccia la Lega”. A dirlo l'Arci di Firenze, a proposito della lettera inviata dalla consigliera comunale del Popolo delle Libertà al presidente di Ataf Bonaccorsi, sui casi di comportamenti incivili tenuti da alcuni utenti stranieri su tre linee del servizio di trasporto pubblico. “Chi, straniero o italiano, tiene dei comportamenti incompatibili con le ordinarie regole di convivenza civile - precisa la segreteria dell'Arci di Firenze – deve essere richiamato e, nel caso, punito.

Ma lasciarsi andare a facili generalizzazioni, come se alcune etnie siano geneticamente dedite ad alcune pratiche, è segno di una deriva discriminatoria e xenofoba, che preoccupa, in particolar modo, quando simile generalizzazione giunge da una figura istituzionale”.

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