In tanti sono accorsi, nel suggestivo scenario di piazza Farinata degli Uberti a Empoli, meglio conosciuta come piazza dei Leoni, alla cerimonia conclusiva della cinquantasettesima edizione del Premio Pozzale. Una cornice davvero particolare, che ha ospitato una delle manifestazioni più significative del panorama culturale empolese. Su quel palco sono saliti loro, i vincitori, da Enrico Deaglio, a Luciano Gallino, la bella Ruba Salih e Beppino Englaro.
A lui l’applauso più lungo. Lui che ha ripercorso la vicenda della figlia Eluana, un momento di riflessione toccante ed incisivo che si è chiuso con l’invito rivolto a tutti a leggere la sentenza espressa dalla Suprema Corte di Cassazione. Englaro ha ricevuto dal presidente della giuria Adriano Prosperi la menzione speciale per il libro scritto a quattro mani con Elena Nave "Eluana. La libertà e la vita". Un riconoscimento alla testimonianza civile introdotto nelle ultime edizioni (l’anno scorso fu conferito a Ezio Mauro) ma che, come ha spiegato Prosperi, nasce in intima condivisione con i significati profondi del Premio Pozzale e della sua storia. Una serata di rara intensità, dunque, che ha posto all’attenzione degli intervenuti alcuni dei nodi fondamentali della vita contemporanea del nostro paese.
A Ruba Salih, giovane antropologa di origine palestinese cresciuta in Italia, autrice di "Musulmane Rivelate. Donne, islam, modernità" (Carocci), è stato assegnato il Premio opera prima, per un libro che, come sottolinea Biancamaria Scarcia riassumendo le motivazioni della giuria, “mette in evidenza il fatto che, specialmente quando si tratta di donne, le donne debbono, hanno il diritto di essere ascoltate, viste per quello che esse dicono e fanno e non sulla base di stereotipi.
Una lezione su come guardare l’altro, per accorgersi che l’altro, se appunto lo si ascolta e lo si vede, non è diverso da noi”. Un riconoscimento importante anche a Luciano Gallino, premiato alla carriera per "Con i soldi degli altri. Il capitalismo per procura contro l’economia" (Einaudi), che diventa l’occasione per un approfondimento nei meccanismi economici e finanziari della crisi che stiamo vivendo. "Con i soldi degli altri" infatti è, come ricorda il giurato Marco Revelli, “un libro illuminante, profetico e coraggioso.
Un libro indispensabile per chi vuole capire una situazione dove abbiamo un nucleo fortissimo di cosiddetti “investitori istituzionali” che gestisce una massa enorme di denaro con criteri di assoluta irresponsabilità sociale, perseguendo esclusivamente il fine del massimo rendimento monetario a breve termine. Fino al paradosso estremo e inquietante della globalizzazione degli ultimi anni: l’essere all’origine noi, con i nostri risparmi, i nostri salari differiti, i nostri “trattamenti di fine lavoro”, in quanto “sottoscrittori”, i finanziatori di questo meccanismo perverso”. Enrico Deaglio, vincitore del Premio Pozzale 2009, conclude la serata ritirando il riconoscimento per "Patria 1978-2008" (Il Saggiatore), libro “atipico”, nella definizione puntuale del portavoce della giuria Roberto Barzanti, che sceglie di raccontare “al presente e come per frammenti di diario, quasi un blog saccheggiabile in rete, episodi e personaggi, autori e interrogativi della storia italiana degli ultimi trent’anni.
Un’ininterrotta inchiesta che va dall’assassinio di Aldo Moro ad una delle tante stragi di immigrati, quella di Castel Volturno del settembre 2008. Una testimonianza di alto valore: e ardua prova di un mestiere libero, estraneo ai trucchi della comunicazione in voga, armato di rigore e voglioso di verità”.