La Regione ha chiesto ufficialmente al Governo di dichiarare lo stato di emergenza nazionale per la città di Viareggio ed attivare in tempi brevi le risorse necessarie per gli interventi di ricostruzione. Lo ha fatto stamattina il presidente Claudio Martini, con una lettera inviata direttamente al capo del Dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso. Il presidente ha spiegato che la Regione attende che "venerdì il consiglio dei ministri stanzi finanziamenti adeguati". Ad ora la Regione, trattandosi di una calamità nazionale, non ha previsto un proprio impegno finanziario.
"Successivamente - ha precisato Martini - valuteremo se vi sarà bisogno di anticipare risorse e se necessario faremo la nostra parte". Rispetto all’attività di ripristino e ricostruzione, il presidente ha ricordato il positivo modello sperimentato proprio in Versilia per la messa in sicurezza delle zone colpite dall'alluvione del 1996: la collaborazione tra livello nazionale, regionale e locale ha prodotto risultati positivi sia nei tempi che nella qualità dell’intervento. La Regione, a seguito del dibattito che si è svolto questa mattina in consiglio regionale, si costituirà parte civile a tutela delle famiglie colpite dal terribile incidente ferroviario di ieri.
"Se le norme lo consentiranno – ha annunciato Martini – la Regione predisporrà un provvedimento per abbassare nel tratti di attraversamento di stazioni e paesi la velocità di transito dei treni che trasportano merci pericolose, attualmente fissata a 100 km orari". Intanto proseguono a Viareggio le attività per la messa in sicurezza della cosiddetta 'zona rossa', quella cioè individuata nelle immediate vicinanze del luogo del disastro. Secondo quanto annunciato stamattina dal sindaco di Viareggio Luca Lunardini al termine della riunione del gruppo di coordinamento dell'emergenza, l'accesso nell'area potrebbe essere progressivamente riaperto a partire da stasera.
Si attende infatti lo svuotamento di tutti i vagoni cisterna, operazione delicata che si dovrebbe concludere oggi. Il funzionamento della macchina degli aiuti è testimoniato dal fatto che soltanto 67 persone, tra le circa 1000 che non sono potute rientrare nelle proprie abitazioni, hanno dormito nelle tendopoli allestita dalla Protezione civile. Erano circa 1900 i posti messi a disposizione per l'accoglienza. Tutti gli altri hanno trovato ospitalità in case di amici e conoscenti ed in hotel. Con l'allentarsi della situazione di criticità il responsabile della Protezione civile della Regione, Cristina Fancini, ha annunciato che già da stasera la tendopoli approntata davanti al Comune potrebbe essere smantellata. Infine sono iniziate stamattina le attività di sopralluogo in via Ponchielli e nelle vie adiacenti, per verificare la stabilità degli edifici. di Dario Rossi