Leonardo Domenici e Matteo Renzi poco dopo le 11 sono entrati insieme in un affollato Salone de' Dugento, salutati dall’applauso dei nuovi consiglieri eletti, di alcuni assessori uscenti, di dirigenti e dipendenti di Palazzo Vecchio e di un folto gruppo di cittadini; presenti anche le mogli Geraldina Domenici e Agnese Renzi.
“Ringrazio tutti voi che siete qui, con un saluto particolare ai consiglieri comunali, neo eletti e riconfermati – ha esordito Domenici -. Dopo queste elezioni, possiamo dire che la nostra città ha confermato in pieno il suo spirito democratico e partecipativo, e il suo profondo e radicato senso civico.
La stessa partecipazione al voto, in occasione del turno di ballottaggio, è la dimostrazione di questo fatto. Ma più in generale tutta la campagna elettorale – ha sottolinato il sindaco uscente - credo sia stata caratterizzata da questi aspetti: partecipazione democratica e senso civico. Per questo, come fiorentini dobbiamo ringraziare tutti coloro che ne sono stati protagonisti: i candidati”. In particolare Domenici ha inviato un saluto a Giovanni Galli, candidato del centrodestra, che poco prima aveva incontrato insieme a Renzi.
Il sindaco uscente ha poi parlato del proprio “stato d’animo questa mattina”.
“Sono davvero molto lieto che questo passaggio di consegne avvenga tra me e Matteo Renzi - ha detto -. Ho sempre pensato che Matteo abbia qualità particolari che lo distinguono e lo fanno emergere, portandolo, come già è accaduto, ad assumere ruoli importanti nella vita, sia pubblica che privata. Quando Matteo decise di correre alle primarie – ha ricordato Domenici - io ero perplesso e la ritenevo una scelta arrischiata. Lo dissi, come è mio costume di dire quasi sempre quello che penso e di pensare sempre quello che dico.
I fatti e i risultati, e sono contento di questo, hanno dato ragione a Matteo. In questa lunga corsa per arrivare a ricoprire il ruolo di sindaco di Firenze, Matteo ha, a mio avviso, manifestato delle capacità notevoli che io sintetizzo in tre parole: intuizione, determinazione, sagacia. Ora inizia naturalmente la parte più gravosa, ma anche più esaltante, del compito al servizio della città e delle istituzioni. Io sono certo che Matteo trasferirà queste sue doti e queste sue attitudini, insieme naturalmente ad altre, nella sua attività di sindaco”.
“Per quanto mi riguarda – ha concluso – voglio cogliere l’occasione per ringraziare tutti per questi anni intensi, indimenticabili, e per me altamente formativi: perché non bisogna mai dimenticare che nella vita non si finisce mai di imparare. Ma questo non è il momento di pensare al passato, è il momento di guardare al futuro. Di guardare a un futuro che è prossimo e remoto nel senso che la città oggi può guardare con fiducia anche lontano perché ha un sindaco valido e giovane come Matteo”.
Poi Domenici ha letto la notifica della proclamazione: “Elezione diretta del sindaco, consultazioni elettorali del 21 e 22 giugno 2009 (…) alla presenza del segretario generale del Comune di Firenze Carlo Paolini, notifico a Matteo Renzi che è stato eletto nella consultazione del 21 e 22 giugno 2009 sindaco di Firenze con voti 100.223”.
A questo punto, dopo aver consegnato a Renzi la fascia tricolore di sindaco, Domenici ha dato la parola al nuovo primo cittadino.
“Anche uno scorbutico come me può essere commosso e credo che lo immaginiate – ha affermato Renzi -.
Volevo dire solo tre cose. La prima al sindaco uscente, che per me è un amico caro da ormai 15 anni: dal momento in cui venne eletto parlamentare del Chianti-Valdarno, quando ancora non c’era l’esperienza così bella e complessa del centrosinistra, che poi è diventato Partito Democratico. Io ero un giovane alle primissime esperienze in politica e cercavo di avvicinarmi a questo mondo. Noi appoggiavamo (come Patto per l’Italia) un altro candidato, il compianto Federico Scianò, ma rimasi colpito dal desiderio di Leonardo di iniziare a fare qualcosa sul serio come centrosinistra e di iniziare a coinvolgere un gruppo di ragazzi che in quel territorio stava crescendo e si stava avvicinando all’impegno politico.
E di lì è nato il nostro rapporto… e non avrei mai immaginato di ricevere da lui oggi la fascia tricolore. Vorrei dargli davvero atto, anche nei momenti di massimo scontro, divisione e contrasto che ci nono stati, di avermi detto sempre le cose in faccia e di averle dette prima a me che ai giornali. Vorrei poi ricordagli che ha preso un impegno: di essere il consulente politico gratuito del nuovo sindaco accanto all’impegno che tutti noi gli auguriamo proficuo, nell’interesse di Firenze e dell’Europa” ha aggiunto Renzi, riferendosi all'elezione di Domenici a parlamentare europeo.
“La seconda cosa – ha proseguito il neosindaco - vorrei dirla ai consiglieri comunali eletti, alle persone che amano la politica, che pensano che vivere la politica sia un privilegio.
Ma non un privilegio come lo ritengono quelli che contestano le caste. Un privilegio perché servire gli altri, servire gli ultimi, essere messi (come dice Bono Vox nella sua definizione di politici) nelle condizioni di essere i depositari dei sogni della gente, è secondo me una straordinaria opportunità. Il mio invito, a me stesso prima ancora che a voi, l’augurio che mi e vi faccio, ed anche l’aiuto che vi chiedo, è quello di essere degni della profondità di sfida. Una sfida grande, perché noi siamo non soltanto una parte importante della società ma, nell’essere depositari dei sogni della gente, abbiamo una responsabilità doppia: perché siamo a Firenze.
In una città che è stata capitale della politica, che lo deve essere ancora e lo deve essere in una politica che è semplicemente mero accordicchio o mero scambio fra coalizioni o fra maggioranza e opposizione, ma deve essere una risponda profonda alle domande nuove che il cuore dell’uomo pone a ciascuno di noi. E’ questa la qualità e l’ampiezza della nostra sfida. Si dice che quando Carlo V fu incoronato (…e quindi tutt’altra vicenda che vede protagonisti oggi Leonardo e il sottoscritto) il suo precettore gli disse: ‘Non dimenticare mai gli ideali della tua giovinezza’.
Vorrei che ciascuno di noi non dimenticassimo questo. E non come fatto anagrafico, ma come desiderio profondo di servire il bene comune e il bene pubblico con determinazione, passione e tenacia”.
“La terza cosa la vorrei dire ai tanti cittadini che sono qui oggi – ha detto ancora Renzi -. Sono e siamo consapevoli della bellissima sfida che abbiamo davanti, ma siamo anche carichi di responsabilità per quello che questa città esprime. L’idea di essere Firenze. L’invito che io faccio agli anziani, ai detenuti, ai ragazzi che stanno facendo l’esame di maturità, ai giovani studenti (come ai bambini della scuola Serristori che poco fa in via Calzaiuoli giocavano a fare i madonnari), a tutti voi è: diciamo insieme che la sfida di Firenze è la sfida di una città così appassionata e innamorata del proprio passato, che ha bisogno di essere più gelosa del proprio futuro.
Noi vogliamo bene alla nostra storia e proprio per questo sappiamo che oggi il nostro compito è darle un futuro. Credo che lo potremo fare soltanto non perdendo il filo che ci lega e soltanto riuscendo a recuperare a noi stessi il bisogno di partecipazione”. “È finita una grande campagna elettorale – ha continuato il sindaco - non è finita però l’esperienza di un rapporto diretto fra chi è stato eletto e che ha contribuito a questa elezione. Con questo spirito, con questo sentimento di timore e al tempo stesso di forte responsabilità, con il cuore grato per i centomila fiorentini che mi hanno votato, con il pensiero a quelli che non mi hanno votato, l’obiettivo è di convincerli e lavorare insieme per i prossimi cinque anni nell’interesse di Firenze.
Con un sentimento di profonda stima, amicizia e gratitudine nei confronti verso il sindaco uscente - ha concluso Matteo Renzi - prendo l’impegno ad essere me stesso, a pensare un po’ di più a quello che dico, ma soprattutto a fare quello che abbiamo promesso in questa campagna elettorale. E dico a tutti e a ciascuno: grazie dal profondo del cuore”.