Firenze– Dopo due sedute fiume, una convocazione ad oltranza per ieri, lunedì 1 giugno, e circa sette ore di dibattito, la proposta di legge relativa all'accoglienza e all'integrazione degli immigrati in Toscana passa con 39 voti a favore e quattro contrari. Al momento della votazione, il centrodestra ha abbandonato l’Aula eccezion fatta dei tre capigruppo e un esponente dell’Udc che hanno scelto di rimanere seduti al loro posto per non far verbalizzare un via libera unanime del provvedimento.
Dopo l’approvazione del maxiemendamento che ha di fatto sbloccato una situazione di stallo che rischiava di far slittare il voto al due giugno, e magari oltre, e dopo il via libera al Preambolo, sono iniziate le dichiarazioni di voto sull’articolato.
Diciannove interventi in tutto, compreso quello finale del governatore della Toscana, che hanno confermato le posizioni già espresse da maggioranza e opposizione.
Di nuovo solo l’impegno, dichiarato da un consigliere di Fi-Pdl ad una verifica trimestrale del cosa accadrà a legge approvata e in vigore.
Dal presidente della Regione la precisazione che la Toscana non sarà un Eldorado per i clandestini e ringraziamenti per la coesione e la pazienza dimostrate dalla maggioranza. A conclusione del lungo confronto in aula (30 ore) sulla nuova legge toscana in materia di immigrazione, Claudio Martini ha respinto le parole del centrodestra secondo cui saremmo in presenza di un “Eldorado per i clandestini”.
Il presidente ha tenuto a ribadire che con questa legge (“giusta ed equilibrata”), il complesso fenomeno legato alle migrazioni sarà “portato in trasparenza” sullo sfondo di una politica (“con la P maiuscola”) che intende assumersi le sue responsabilità. “Sulla legge – ha sottolineato a margine dell'approvazione – sono state dette cose non fondate agitando paure che non trovano riscontro con la realtà, riproducendo il solito schema della destra secondo cui si aumentano le paure per ottenere voti.
In realtà questa legge non faciliterà l'arrivo massiccio dei clandestini”.
E' un provvedimento; prosegue Martini – che “punta a dare trasparenza e visibilità a tutti i processi di arrivo perché è noto che i clandestini cercano le aree grige, non certo il rispetto delle regole”. Ed è una legge che “punta a migliorare l'inserimento dei regolari perché saranno proprio loro i nostri migliori alleati per battere la clandestinità”.
Negato che la nuova legge possa alimentare “la guerra tra poveri e tantomeno quella tra immigrati e toscani”, il presidente della Regione ha sottolineato come in Toscana “si stiano investendo molte risorse per allargare l'offerta di servizi nella sanità, nella scuola, fra le persone anziane e adesso anche sulla casa”.
A proposito di “guerre tra poveri”, Martini ha aggiunto che “purtroppo quelle esistono già oggi e dipendono dallo smantellamento dei servizi sociali stabilito dalle politiche governative”.
Per il presidente “la legge non si occupa di politiche nazionali ma solo di politiche sociali, strettamente attinenti, quindi, alla competenze di una Regione”. In presenza di una eventuale impugnazione da parte del governo centrale “sarà solo la Corte Costituzionale a dover decidere la costituzionalità delle scelte effettuate in Toscana, così come la Corte spesso ha fatto riconoscendo la correttezza delle nostre leggi”.
Invitato a riconoscere la “effettiva diversità delle posizioni in campo”, Martini ha sottolineato che “la destra esaspera le paure dei clandestini ma di fatto indebolisce anche i regolari mentre noi vogliamo dare piena cittadinanza, di diritti e doveri, ai regolari.
E' naturale – ha aggiunto – che queste due posizioni si confrontino”. Il presidente ha ringraziato la sua maggioranza (“E' stata una bella prova di carattere, coesione, compattezza”) che ha battu to un ostruzionismo “legittimo ma in realtà assai strumentale” (“non proponeva visioni alternative ma puntava solo a bloccare la legge guardando alle prossime elezioni”). Il presidente ha infine negato che questa legge sia da intendere contro l'attuale governo nazionale in quanto fu pensata, nelle linee generali, nella legislatura nazionale precedente (“sotto il governo Prodi”).
Per il protrarsi del confronto in aula (la legge è stata approvata attorno alle 17 con 39 voti a favore e 4 contrari su 43 presenti) il presidente della Regione non ha potuto raggiungere Gallicano, nella Garfagnana, dove era atteso nel primo pomeriggio per inaugurare una nuova scuola costruita con rigorosi criteri antisismici.
Legge su immigrazione: scheda e maxiemendamento
La legge sull’immigrazione reca norme “per l’accoglienza, l’integrazione partecipe e la tutela dei cittadini in Toscana”: nei suoi articoli tocca lavoro, sanità, istruzione, politiche abitative, secondo norme ispirate a principi di uguaglianza e pari opportunità per i cittadini stranieri che si trovano sul territorio regionale.
Valorizzazione dei titoli professionali acquisiti nei paesi d’origine, rappresentanza nelle organizzazioni imprenditoriali; coordinamento delle istituzioni e degli Enti locali; sostegno e rafforzamento della rete regionale di sportelli informativi; insegnamento della lingua italiana. Rispetto alle differenze religiose, attenzione particolare è riservata ai soggetti deboli (richiedenti asilo e rifugiati, minori e donne in stato di gravidanza, vittime di tratta e sfruttamento, detenuti). E ancora: assistenza socio-sanitaria urgente e indifferibile assicurata anche agli stranieri senza permesso di soggiorno.
Promozione del diritto di voto amministrativo per gli stranieri residenti. Prevenzione delle mutilazioni genitali femminili; promozione della convivenza interculturale; accesso al servizio civile regionale. Questi i punti più rilevanti.
In particolare, sono previsti interventi specifici di assistenza e accoglienza per i cittadini stranieri “titolari di permesso di soggiorno, per richiesta di asilo, status di rifugiato, protezione sussidiaria o ragioni umanitarie”. Si prevede l’accesso al sistema integrato per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale.
Tutte le “persone dimoranti” nel territorio regionale, “anche se prive di titolo di soggiorno”, possono fruire degli “interventi socio-assistenziali urgenti e indifferibili, necessari per garantire il rispetto dei diritti fondamentali riconosciuti ad ogni persona in base alla Costituzione ed alle norme internazionali”. Altri aspetti rilevanti del testo di legge: la partecipazione alla vita pubblica dei cittadini stranieri residenti e, in particolare “l’estensione del diritto di voto”.
Si prevede anche un più omogeneo funzionamento delle Consulte e dei Consigli degli stranieri presenti in molti Comuni. La legge promuove e sostiene il diritto alla salute dei cittadini stranieri, “come diritto inviolabile della persona”, promuove l’utilizzo di mediatori culturali nei servizi di primo accesso alle prestazioni sanitarie”, così come “l’adozione di piani mirati alla prevenzione e alla sicurezza sui luoghi di lavoro”. È garantito il sostegno della rete regionale di sportelli informativi, con il supporto nelle procedure di rilascio, rinnovo o conversione dei titoli di soggiorno e la richiesta di cittadinanza, nonché il ricorso al Difensore civico regionale.
Si promuove l’accesso a interventi di assistenza nella cura di minori, per le cittadine straniere madri “che risultino prive di una rete familiare di sostegno” e per i minori non accompagnati si prevedono progetti di tutela e affidamento, anche tramite i “centri-affidi”. La nuova legge risponde ad una realtà che vede, al gennaio 2008, 275.149 immigrati regolari nella nostra regione, pari al 7,5% della popolazione, contro il 6,44% del 2007 e con un aumento costante e più rilevante rispetto ad altre zone del Paese.
Il “maxiemendamento” alla legge sull’immigrazione presentato dalla maggioranza è stato introdotto tecnicamente come sub-emendamento di un emendamento all’articolo 6 già presentato e sostituisce l’intero testo di legge dall’articolo 6 al 37, trasformando gli articoli in commi.
Poche le novità introdotte, tra le quali la specificazione in vari punti della riserva di determinati servizi e prestazioni ai cittadini stranieri “muniti di regolare permesso di soggiorno” (informazione e assistenza in favore dell’imprenditoria immigrata; attività di assistenza e consulenza del difensore civico regionale). Permane, per tutte le “persone dimoranti” nel territorio regionale, “anche se prive di titolo di soggiorno”, la possibilità di fruire degli “interventi socio-assistenziali urgenti e indifferibili, necessari per garantire il rispetto dei diritti fondamentali riconosciuti ad ogni persona in base alla Costituzione ed alle norme internazionali”.