Firenze 28-05-2009- Allo sciopero odierno hanno aderito il 90 per cento dei dipendenti Ataf.
Il Consiglio di Amministrazione di Ataf ha approvato, nella serata di ieri, il bilancio 2008: rispetto all’anno scorso, l’azienda ha recuperato il 50% del deficit che è passato da - 4.400 milioni a - 2.400 milioni. Un dato che mostra come Ataf stia proseguendo con decisione verso il risanamento (il buco in bilancio era infatti pari a circa 10 milioni di euro nel 2004) attuando il piano industriale 2004-2009 che, tuttavia, basava la sua efficacia principalmente su alcuni presupposti esterni all’azienda.
I presupposti sui quali si reggeva il piano industriale approvato dal precedente CdA erano essenzialmente i seguenti (come riportati nel verbale dell’assemblea dei soci del 27 luglio 2005): raggiungimento degli obiettivi sull’organizzazione del lavoro; copertura integrale da parte dello Stato dei rinnovi contrattuali; politiche della mobilità volte a incentivare l’uso dei mezzi pubblici; non diminuzione dei viaggiatori per effetto della cantierizzazione per la tramvia.
E’ evidente che gli elementi sui quali si reggeva il piano industriale 2005-2009 sono venuti a mancare pressoché integralmente. Nonostante questo, Ataf ha ridotto drasticamente la perdita storica ed è riuscita a contenere ulteriori e imprevedibili aumenti di costo (ad esempio il prezzo delle materie prime da trazione). Inoltre, dal 2004 ad oggi, Ataf ha aumentato tutte le voci di ricavo della gestione caratteristica: vendita di biglietti e abbonamenti (+2,5 mln), pubblicità (+1,3 mln), verifica titoli viaggio (+1,3 mln), vendita di altri servizi (+1,5 mln).
La questione delle risorse da destinare al Tpl, la cui gestione è passata dallo Stato alle Regioni e che comprende anche la copertura del rinnovo del CCNL, riguarda tutte le aziende toscane del comparto: sono, infatti, le associazioni di categoria (Asstra, Cispel e Anav) che si stanno confrontando con la Regione Toscana per gli opportuni approfondimenti. Il problema, che è esteso a tutte le aziende, è più cogente per Ataf che deve sopportare un costo del lavoro per addetto superiore rispetto alle altre imprese toscane di Tpl.
Nel piano industriale 2009-2012, contenuto nel piano strategico, approvato dall’attuale CdA non c’è richiesta di fondi pubblici: l’obiettivo di recuperare 10 milioni di euro in 3 anni verrà infatti colto agendo esclusivamente su leve interne all’azienda, attraverso manovre di ulteriore riduzione dei costi e incremento dei ricavi. “I numeri dimostrano che l’azienda ha saputo gestire al meglio le risorse, massimizzando le operazioni di contenimento della perdita e di incremento dei ricavi – commenta la Presidente di Ataf, Maria Capezzuoli - Per raggiungere l’obiettivo finale del risanamento e trasformare questa azienda in un soggetto moderno e competitivo, in grado di vincere la prossima gara, è necessario affrontare il nodo della riorganizzazione del lavoro che costituisce la voce di costo più rilevante.
Le vicende di questi giorni dimostrano che non è più possibile contare sul costante flusso di soldi pubblici per pareggiare i bilanci: i temi della riorganizzazione e della competitività, cruciali per il futuro dell’azienda, non sono più rinviabili. Vanno affrontati adesso, con i lavoratori. Per questo motivo, per l’ennesima volta, li invitiamo a tornare al tavolo della trattativa”. “Allo stesso tempo, se si ritiene che il servizio di trasporto debba rimanere pubblico, è necessario che tutte le istituzioni mantengano gli impegni presi soprattutto in materia di infrastrutture, di gestione della mobilità e di politiche di sostegno per quelle parti di servizio che, in una logica puramente privatistica, sarebbero da considerare esclusivamente capitoli in perdita”.