Abusive metà delle Residenze d’Epoca della Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 aprile 2009 00:18
Abusive metà delle Residenze d’Epoca della Toscana

Firenze– L’Italia dei beni culturali privati si riunisce sino al 27 aprile a Firenze (Palazzo Corsini) per l’assemblea nazionale dell’Associazione delle Dimore Storiche (ADSI). Circa 500 i partecipanti, in rappresentanza degli oltre 4.000 soci, proprietari di antichi palazzi, castelli e ville, la cui architettura è vincolata dallo Stato in virtù dell’alto valore storico-artistico. Con 900 affiliati la Sezione Toscana è di gran lunga la più consistente. La regione vanta peraltro ben 3.500 dimore storiche su un totale di circa 6.000 beni architettonici vincolati, un patrimonio straordinario sia sotto il profilo culturale che dal punto di vista turistico.

Peccato che queste eccezionali ricchezze, che tutto il mondo ci invidia, debbano fare i conti con una serie non secondaria di problemi. Hanno elencati i principali, presentando stamani alla stampa programma e obiettivi dell’Assemblea, i presidenti dell’ADSI Aldo Pezzana, della Sezione Toscana Niccolò Rosselli Del Turco, e della Sezione Abruzzo Massimo Lucà Dazio, che insieme ai problemi di sempre lamenta adesso anche quelli derivati dal terremoto e dalla necessità di restaurare non poche antiche dimore danneggiate più o meno seriamente.

Il tema che più preoccupa l’Associazione è quello della gestione delle leggi di tutela. In questione non è tanto la necessità, più che ovvia, di proteggere da speculazioni illecite l’ingente patrimonio culturale in mano privata, quanto la razionalità delle norme e l’efficienza delle Soprintendenze, cui lo Stato affida la gestione di vincoli e procedure. Vincolo significa che in quell’edificio non si può toccare nulla senza che le Soprintendenze diano esplicito permesso. Ma sono anni, è stato spiegato, che Parlamento e Governo fanno poco o nulla per rendere meno incongruo il rapporto con questa burocrazia tecnico - artistica: pochi i concorsi, funzionari e dirigenti sempre meno numerosi, risorse a disposizione in calo costante.

Anche il fondo con cui lo Stato dovrebbe contribuire alle spese per restauri sta facendo una fine inattesa: i 22 milioni destinati nel 2008 a tutta l’Italia già erano una cifra al limite del ridicolo. Quest’anno neppure quelli. Zero. La Toscana ha un problema in più. L’abusivismo. Nel 2000, su richiesta della sezione territoriale dell’ADSI, la Regione ha istituito la categoria alberghiera delle Residenze d’Epoca, gemma dell’ospitalità locale a disposizione di un pubblico più colto e attento.

Come le DOC del vino, si tratta di un marchio di garanzia ideato per valorizzare le piccole strutture turistiche situate nelle dimore storiche: pochi posti letto (non più di 25), ma in ambienti di gran prestigio. “Purtroppo”, ha spiegato Rosselli Del Turco, “per una buona metà le Residenze d’Epoca sono del tutto abusive. Ma la legge è facilmente aggirabile: basta una semplice dichiarazione per assicurarsi il marchio anche se l’edificio è anonimo e recente. Tanto nessuno controlla. Questo fenomeno non è solo concorrenza illecita, ma anche una truffa per il cliente.

E danneggiando l’immagine della Toscana, celebre nel mondo per l’accoglienza di qualità, mette a rischio lo sviluppo di un settore turistico di potenzialità eccezionale”. Dibattito a parte, il programma dell’Assemblea Nazionale, 32° della serie, prevede anche varie visite alle dimore storiche di Firenze e del Chianti. Quanto alla Sezione Toscana quest’anno organizzerà convegni scientifici e, come sempre, la manifestazione Cortili e Giardini aperti. Con la differenza che, invece che a maggio, si farà a settembre: il 20 a Lucca, Pisa e Siena; il 27 a Firenze.

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