Siena, 18 marzo 2009- Alcuni settori agricoli, in particolare quello dei cereali, vino ed olio hanno avuto un buon sostegno dal sistema, con impieghi cresciuti del 70% circa in 7 anni. L’export di vino nel 2008, secondo l’Unione Italiana Vini, è calato del 7%, ma il valore complessivo ha avuto un incremento del 2% grazie alla tenuta del prezzo di alcune tipologie, come il Chianti, mentre gli spumanti hanno segnato un boom del 15%.
Sono alcuni dei dati che si possono ricavare dal rapporto periodico elaborato dall’Area Research del Gruppo Montepaschi che analizza l’andamento delle borse merci di Firenze, Prato, Biella, Padova, stabilendo per la prima volta un osservatorio privilegiato su alcuni distretti fondamentali del made in Italy: quello del vino, il tessile, l’orafo e l’agroalimentare.
Per la prima volta, in questo settore di ricerca, è stato creato ed utilizzato l’indice Sintetico Borse Merci (ISB) che segnala, nell’ultimo mese, un calo dell’1.4% del prezzo delle materie prime trattate nelle principali piazze italiane.
In particolare, l’indice sintetico che riguarda l’agricoltura di è spinto al ribasso (-2,7) dal calo del frumento. L’Isb Tessile fa segnare a Biella un - 4.5% a seguito del calo della lana australiana. L’indice dei combustibili è invece stabile (-0.5%) ma con la componente della benzina in aumento (+1.9%).
A livello mondiale, le principali indicazioni sui prezzi delle commodity contenute nel rapporto dell’Area Reserch del Gruppo Montepaschi riguardano agricoltura, settore tessile, energia e metalli.
Per l’agricoltura, secondo le stime più recenti, nel 2009 i prezzi caleranno del 26%, in particolare per quanto riguarda il grano che avrà raccolti record.
La scarsa produzione potrà sostenere cacao e zucchero.
Nel tessile, la crisi mondiale della domanda potrebbe riflettersi sui prezzi del cotone già scesi nell’ultimo anno del 46%.
Sull’energia, l’Opec ha deciso di non ridurre ulteriormente la produzione ma di cercare di aderire maggiormente ai tagli già decisi. La domanda permane debole.
Mentre il prezzo dei metalli, infine, continua ad essere influenzato dalla crisi mondiale. Una spinta al rialzo dei arriva dalla Cina che ha iniziato ad acquistare per ricostituire le scorte.
Nel caso del rame (import +41.5% a febbraio) gli acquisti stanno assorbendo le eccedenze globali degli ultimi mesi. Il prezzo dell’oro, dopo aver toccato quota 1000 $/oz, si è stabilizzato su un livello più basso.