Con qualche giorno di distanza rispetto ad altre forze politiche anche l'associazione Per una Sinistra Unita e Plurale di Firenze dice la sua in merito all'ormai nota intervista a Matteo Renzi pubblicata sul Corriere della Sera Magazine che è uscito in edicola giovedì scorso. Lo fa con il comunicato stampa che riportiamo di seguito. Nell'intervista al Corriere Magazine, il candidato sindaco del PD a Firenze dice alcune cose chiare. Che lui è giovane. Che vuol organizzare a maggio un'assemblea dei giovani del PD. Che appartiene a un'altra generazione che farà il mazzo ai cinquanta-sessantenni. Che a lui i giornalisti possono dare del tu. Che i suoi amici sono fancazzisti. Che lui viene dal marketing ma le ronde che gli piacciono sono quelle che mangiano la trippa. Che lui ce li ha gli attributi. Che insomma sarà un sindaco maschio vero. Lo dicono di cultura solo berlusconiana, invece è anche leghista. Di sfuggita dice che la Costituzione è affondata sul lavoro (mai perdere l'occasione di una battuta) e deve essere cambiata anche nella prima parte - perché ci sono i nuovi lavori, l'Europa, le diverse religioni e qualche cos'altro nuovo.
Possibile che una cosa che è lì da più di sessant'anni non debba essere aggiornata? Che sarà mai, il patto costitutivo dell'unità nazionale... E che differenza vuoi che ci sia fra la prima parte e le altre. Noi giovani mica badiamo a queste cose, la prima parte è quella che viene prima. Poi gli italiani non devono essere rassicurati sul rispetto delle regole o dei valori comuni della convivenza civile: le regole che conosce Renzi sono quelle del campionato e per i valori ci sono Ratzinger e Betori.
Gli italiani devono essere scossi, anzi shakerati. Bisogna cambiare il sindacato (la Cgil, non la Cisl), ribaltare il welfare. Il giornalista si guarda bene dal domandare che significhi ribaltare il welfare , non si fanno domande così impegnative a un giovane. L'importante è l'effetto, che sia brillante e decisionista: uno dinamico che ha idee precise, anche se non sa quali. E gliela farà vedere ai vecchi e alla casta - quella che lo ha scelto come suo figlio, affinché faccia finta di ucciderla. Che cosa dire? Niente.
Sarebbe sempre un discorso, cioè qualcosa che va oltre l'immagine e dunque non serve. Sarebbe conservatore. Alla fine Costituzione, sindacato, stato sociale, contano il giusto. Importante è che qualcuno che si dice Nuovo dica qualcosa che sembra Nuovo. I partiti sono in crisi - e se partoriscono uno come Renzi sono proprio decrepiti. Ma l'antipolitica famigerata sembra già al potere, occupa tutti gli spazi come lo spot televisivo di una city-car o di Comunione e Liberazione: dinamismo giovanile, perbenismo, sani valori e famiglia.
La merce giusta da lanciare sul mercato agonizzante della politica televisiva. Dalla fusione fra DS e Margherita è venuto fuori il moderno principino: l'ometto della confindustria e della curia. Intrallazzatore astuto, gestore spregiudicato dei soldi pubblici, politico senz'anima - sostituita dalla cura del ciuffo e dello sguardo a mezz'asta. Inevitabile l'acquisto di un po' di spiritualità bigotta dal mercato all'ingrosso del Vaticano. Ma se a Firenze Betori vuole decidere in consiglio comunale non potrebbe fondare un suo partito - uno solo, non tutti - e prendere davvero i voti? Peraltro anche il PD, se voleva cancellare perfino l'ombra del suo essere stato di sinistra, poteva perlomeno offrire un democristiano onesto, come si diceva una volta.
Erano eccezioni, ma c'erano. Ed erano molto più laici del PD di oggi.