Nel corso del Consiglio provinciale contro la violenza alle donne sono stati presentati dalla Vice Presidente della Commissione Pari opportunità Alessandra Pauncz gli ultimi dati sulla violenza contro le donne. “L’ultima indagine per la Provincia di Firenze è stata fatta nel 2007 dall’Istat. Il 17% delle donne tra i 16 e i 70 anni (335.396 donne) hanno subito nel corso della loro vita una violenza da un partner o un ex partner (57.017 donne della Provincia). Il 26,4% delle donne tra i 16 e i 70 anni della Provincia di Firenze (pari a 88.545 donne) hanno subito violenza o molestia sessuale.
Per quello che riguarda invece il dato sullo stupro si parla del 5,8% di donne che nel corso della loro vita, tra i 16 e i 70 anni, l’hanno subito. Sugli autori dello stupro il 69,7% è opera del partner, il 17,4% è opera di conoscenti e solo nel 6,2% dei casi lo stupro avviene da parte di un estraneo. Un altro dato importante è quello che riguarda le denuncie – ha spiegato Alessandra Pauncz – il 95% delle violenze non vengono denunciate anche perché il 20% delle donne che sono state intervistate per fare questa ricerca hanno detto che non consideravano la violenza che avevano subito un reato.
Il 45% pensa che è qualcosa di sbagliato però non un reato. Il 33%, infine, lo considera semplicemente come qualcosa che è accaduto. Un dato più recente, relativo al 2008, fornito dall’Associazione Artemisia che è il centro antiviolenza che lavora sul territorio di Firenze e Provincia, ci dice che sono stati 673 le richieste di aiuto di donne vittime di violenza”.
Il Consiglio provinciale ha approvato un Ordine del giorno sulla violenza contro le donne presentato dalle consigliere Lazzeri, Biagiotti, Lo Presti, Spini e Testi (PD) e Campi (La Sinistra) ed emendato da Prc e da FI e AN che impegna la Giunta a proseguire nell’attività di sostegno alle associazioni che lavorano sul territorio e offrono alle donne e ai minori che subiscono violenza un percorso di aiuto e sostegno, a partire dal rinnovo della convenzione in atto; a continuare e implementare la “sperimentazione” nel maggior numero delle scuole superiori nella formazione delle giovani generazioni sulla “violenza domestica”; a ottimizzare il funzionamento dell’Osservatorio territoriale contro la violenza di genere presso l’Osservatorio Sociale Provinciale; a chiedere la convocazione di un tavolo istituzionale composto dalla Provincia, dalla Prefettura, dalle ASSLL al fine di rendere più efficacie azioni di contrasto alla violenza; a ottemperare, da parte dell’assessore alle Pari Opportunità, al ruolo di coordinamento come previsto dalla legge regionale; a rendere operativi tutti gli organismi di parità attualmente mancanti nell’Ente e previsti dal contratto nazionale di lavoro – sulla base delle Direttive Europee – quali: la Consigliera di Fiducia e il Comitato paritetico sul Mobbing.
Il Presidente del Consiglio provinciale Massimo Mattei ha sottolineato che: “Occorre un ulteriore sforzo per debellare questo sempre più allarmante fenomeno. Anche solo un atto di violenza impone una risposta ferma e decisa delle istituzioni, a ogni livello, ed è giusto, senza perdonismi né buonismi, che chi commette una violenza sconti, fin dal primo giorno la propria pena in carcere, senza le vergognose attenuanti che hanno portato spesso persone che hanno compiuto atti vergognosi, ad avere gli arresti domiciliari”.
Anche la presidente della Commissione Pari Opportunità Loretta Lazzeri ha chiesto che: “Questo problema della violenza contro le donne diventi un punto nell’agenda politica dei nostri territori”. Per l’assessore alle Pari Opportunità Alessia Ballini: “Occorre un nuovo e moderno femminismo. Il femminismo inteso come posizione sulla giustizia, sulla dignità, sulla libertà. E’ una forma di pensiero che sarebbe utile a tutti, agli uomini forse più che alle donne, in questo momento. Ai politici, ecclesiastici, scienziati, insegnanti”.
Eluisa Lo Presti (PD) ha ricordato: “Quella manifestazione del 1980 dove erano presenti tutti i movimenti femminili e femministi. Oggi si stanno pagando i costi di quelle conquiste con 30 anni di ritardo e si rischia di pagarle troppo care”. Anche per Gloria Testi: “Questi anni che abbiamo passato, dal 1980 ad oggi, hanno portato conquiste importantissime. Il 98% delle donne oggi vuole lavorare a fronte di un 47% che, di fatto, lavora. E’ il potere politico quello che non abbiamo: le donne ne detengono solo il 5% e penso che questa è la strada che dobbiamo percorrere coerentemente e in maniera determinata per il futuro”.
Francesca Avezzano Comes (FI) ha ricordato come: “Esistono tre tipi di problematicità: l’importanza di avere una più variegata rappresentanza associativa delle donne; la necessità di aumentare e migliorare i progetti formativi; l’attivazione di nuove iniziative per le scuole puntando a coinvolgere tutti gli istituti del territorio provinciale”.