Firenze, 26 Febbraio 2009- L'ultimo operaio di Porta al Prato consegnerà le chiavi dell'officina al sindaco di Firenze per farne un uso che sia di utilità a tutta la cittadinanza. E’ questo il significato della giornata di sabato prossimo, 28 febbraio 2009, i cui protagonisti saranno i lavoratori delle ex-officine di Porta al Prato insieme alle autorità cittadine. Oggi l’area, dopo il trasferimento delle officine grandi riparazioni all'Osmannoro, è destinata alla costruzione del Polo musicale fiorentino, che prevede un nuovo Teatro Comunale ed un auditorium.
A partire dalle ore 15.00, in viale Rosselli n.1, protagonisti saranno l'assessore regionale ai trasporti ed infrastrutture, Riccardo Conti, il vicesindaco del Comune di Firenze, Giuseppe Matulli, l'ingegnere Donato Carillo per il gruppo Ferrovie dello Stato, rappresentanti dell’Rsu e del Comitato promotore dell'officina ferrovia ria Grande riparazione Firenze Porta al Prato, insieme agli allievi dell'Accademia musicale di Firenze.
«Il primo intervento per far fronte alla grave situazione finanziaria nella quale si trova il teatro comunale sarà il voto sulla delibera per trasferire teatro Goldoni e sala prove delle Cascine alla Fondazione Maggio musicale.
Poi chiederemo alle autorità competenti di concludere, prima possibile, l'iter per autorizzare l'operazione». E' quanto annuncia Dario Nardella, presidente della commissione cultura, dopo l'audizione, questa mattina in Palazzo Vecchio, del sovrintendente del Maggio Francesco Giambrone e dei rappresentanti sindacali del teatro. «Insieme a questo - ha aggiunto Nardella - la commissione si impegnerà a chiedere all'amministrazione comunale che, una volta approvato il bilancio, riconosca la massima priorità all'erogazione del contributo di finanziamento annuale alla Fondazione.
Sollecitermo il sindaco Domenici affinchè insieme agli altri amministratori delle tre città sede di prestigiose fondazioni lirico sinfoniche, Roma e Milano si attivi per riaprire il tavolo nazionale con il Ministro per i beni e le attività culturali Sandro Bondi, facendo seguito all'impegno che egli stesso si è assunto per individuare una collaborazione stretta tra i tre più importanti teatri d'opera». «Dopo i tagli al 'fondo unico dello spettacolo' per il 2008 e il 2009 - ha commentato Nardella - adesso il Maggio Musicale si trova in una condizione finanziaria seria e preoccupante che mette a rischio la produzione artistica del teatro, l'identità del più antico Festival e la stessa sopravvivenza dell'intera Fondazione.
Senza parlare dei lavoratori del teatro che rischiano, a partire da settembre 2009, come enunciato da questi durante l'audizione, di ritrovarsi senza uno stipendio, con una grave perdita di eccellenze musicali e artistiche fra le più apprezzate in Italia e nel Mondo e che rappresentano la vera e propria essenza vitale del Maggio. La preoccupazione è tale - ha rilevato il presidente della commissione cultura - che non possiamo non domandarci cosa ne sarà del nuovo Parco della Musica, che il Governo ha annunciato pronto per il 2010: un bel contenitore vuoto, senza produzioni culturali con cui riempirlo"?.
Il sovrintendente Giambrone ha illustrato quali sono le problematiche più urgenti, a partire dalle entrate della Fondazione, ricavate per un 90% da contributi pubblici e privati, che sono diminuite in maniera vertiginosa dal 2007 ad oggi. Il problema si acuisce a causa dei tagli al Fondo unico dello spettacolo che da metà del 2008 hanno provocato un'impossibilità per il teatro di programmare anche solo sul medio periodo la sua attività e che non permetteranno, se non viene trovata una soluzione al più presto, di mantenere le qualità e le caratteristiche artistiche che fanno delle maestranze del Maggio Musicale le più apprezzate in Italia e tra le più importanti in Europa, come dichiarato dal maestro Muti nella sua ultima presenza a Firenze.
La mancanza di risorse ha causato una riduzione del programma del festival. Rinunciare però a due opere nel programma è stata una ferita profonda per tutta la Fondazione non solo dal punto di vista artistico ma anche perchè significherà mesi di lavoro in meno per le maestranze del teatro». «I rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl, Uil e Fials - ha concluso Nardella - hanno sottolineato l'importanza di salvare una delle più apprezzate istituzioni culturali che si trova al momento in una totale mancanza di liquidità necessaria alla sua sopravvivenza, auspicando oltre all'apertura del tavolo nazionale anche di un tavolo e un coordinamento istituzionale locale, che aiuti a collaborare in maniera molto più diretta e risolutiva sull'argomento, Regione, Provincia e Comune».