Firenze- La Corte d’assise di Locri ha condannato Alessandro e Giuseppe Marcianò, Salvatore Ritorto e Domenico Audino all’ergastolo per l’omicidio di Francesco Fortugno. “E’ un segnale forte contro i delitti politico-mafiosi e assume il significato di una riaffermazione dei valori che uniscono le forze democratiche di tutto il paese”. E’ il commento di Riccardo Nencini, presidente del Consiglio regionale della Toscana, alla sentenza della Corte di assise di Locri. Nencini, che vive sotto scorta da quando fu oggetto di minacce di morte, nel dicembre del 2005, (gli furono fra l’altro recapitate lettere con sopra scritto “bastardo, finirai come Fortugno”), proprio mentre a Locri commemorava Francesco Fortugno, sottolinea che la sentenza “non è solo il punto di arrivo di scrupolose indagini della magistratura; è anche una ulteriore spinta a scoprire tutte le ramificazioni e le collusioni di delitti politico-mafiosi e, più in generale alla lotta di ogni forma di criminalità organizzata”.
Il Consiglio regionale della Toscana conferì anche, nel gennaio 2006, il suo maggior riconoscimento, il Gonfalone d’ argento, alla memoria di Francesco Fortugno.
In quella occasione il Gonfalone fu ritirato da Maria Grazia Fortugno che, ricordando “lo straordinario legame creatosi fra Calabria e Toscana”, sottolineò anche che l’ omicidio “le aveva spezzato il cuore, ma mi ha dato il coraggio, che non sapevo di avere, di combattere contro quelle forze occulte che cercano di sovvertire le istituzioni”. (red)