Firenze, 23.01.2009- Nel corso della sua vita Giovanni Spadolini ha scritto per 30 quotidiani e 12 periodici, è stato direttore de «Il Resto del Carlino» per tredici anni, del «Corriere della Sera» per altri quattro, nonché de «La Voce Repubblicana», che rilanciò con successo nel 1979, dopo l'interruzione delle pubblicazioni. Escono oggi in due tomi gli Scritti giornalistici di Giovanni Spadolini (736 pagine, in cofanetto, 60 euro), con tutti gli articoli che il grande storico e statista firmò per il «Corriere della Sera» tra il 1968 e il 1972.
Continua così il progetto inaugurato nel 2004 da Polistampa e Fondazione Nuova Antologia con la pubblicazione di 6 tomi dedicati alla bibliografia generale, agli anni della formazione, a quelli del settimanale «Epoca» (1950-1958) e già proseguito nel 2006 alti 7 dedicati al «Resto del Carlino» (1955-1968). L'imponente piano editoriale sarà compiuto nel 2010, con l'edizione di tutti i 4064 articoli di Spadolini apparsi sui maggiori quotidiani, settimanali e quindicinali italiani, dal primo, apparso su «Il Messaggero» il 4 gennaio 1948, all'ultimo, uscito postumo su «La Stampa» il 3 settembre 1994.
Spadolini divenne direttore del Corriere nel 1968, all'età di 43 anni.
Fu testimone e interprete di delicati momenti della storia del nostro paese, dall'"autunno caldo" della contestazione alla strage di piazza Fontana, dai moti di Reggio Calabria ai primi scontri ideologici intorno alla legge sul divorzio. Nei suoi editoriali affrontò anche eventi chiave della scena internazionale, dalla guerra in Vietnam alla Primavera di Praga, distinguendosi sempre per ammirevoli capacità di analisi e grande autonomia di pensiero. Seppe valorizzare le grandi firme del quotidiano - da Indro Montanelli a Dino Buzzati - e avvalersi di collaboratori d'eccezione, tra i quali Ennio Flaiano, Leonardo Sciascia, Piero Chiara, Giorgio Bassani.
Il quotidiano poté così vantare, oltre a grandi soddisfazioni nelle vendite, un livello intellettuale tra i più alti della sua storia. "Fu un giornale davvero aperto - scrive Ceccuti -, con certi principi e una chiara linea politica, ma senza dogmi o categorie: disponibile al dialogo, pronto alla registrazione di tutte le voci". Spadolini lasciò il Corriere nel 1972, l'anno in cui iniziò la sua carriera politica candidandosi al Senato con il partito repubblicano. Il suo articolo di addio, datato 14 marzo, riassume molti punti cardine della sua concezione del giornalismo, come l'equilibrio, l'indipendenza dai poteri forti e l'orientamento alla cultura, e contiene riflessioni quanto mai attuali, come quando evidenzia il perenne conflitto della carta stampata con i media concorrenti, in particolare con la TV: "la lotta contro il monopolio televisivo e per la sopravvivenza della libertà di stampa, sempre tanto minacciata e insidiata, partiva, e continuerà a partire, dalla convinzione che senza una elevazione di qualità il quotidiano indipendente è già morto".
Frutto di molti anni di ricerche, quest'ultima uscita si avvale del contributo della Fondazione Corriere della Sera, della cura del professor Paolo Bagnoli, direttore dell'Istituto storico della Resistenza in Toscana, ed è introdotta dal professor Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione Spadolini.
(Gherardo Del Lungo)